Spesso c’è una strana associazione tra agricoltura biologica e prodotti a Km zero. Certo, basterebbe ragionarci un attimo per capire che le due cose potrebbero coincidere, ma che non sono affatto la stessa cosa; eppure, per molte persone, la dicitura Km zero alimentare è sinonimo di maggiore qualità.
Il Km zero è un prodotto locale
L’etichetta Km zero può essere sinonimo di prezzo più conveniente; viene prodotto e commercializzato localmente e non è soggetto ai vari passaggi della distribuzione organizzata. Questo però non è di per sé sinonimo di qualità.

Il Km zero può acquistare valore nutritivo quando deriva da agricoltura biologica, mentre non ha alcun valore in questo senso quando è prodotto utilizzando erbicidi, pesticidi, fungicidi e quantità importanti di glifosato.
Per cui, Km zero sì, a patto che sia un prodotto sano.
I principi dell’agricoltura biologica
Quasi superfluo affermare che la coltivazione biologica ha come scopo principale quello di nutrire bene le persone e salvaguardare l’ambiente.

L’utilizzo di fitosanitari, diserbanti, fungicidi e pesticidi, porta ad eliminare insetti, spore, piante e microrganismi, dando certamente una mano ai coltivatori; ma questi prodotti, utilizzati in quantità importanti, sono nocivi, per l’uomo, per gli animali e tutto il nostro habitat.
Ricordiamo che questi trattamenti chimici sono spesso invasivi, possono entrare nei tessuti delle piante e non si possono poi eliminare semplicemente lavandoli.
Coltivare Bio
Prendersi cura della terra, dell’aria e dell’acqua, utilizzare prodotti organici e ricreare ambienti fertili sono i punti salienti di una coltivazione Bio.

Tutto questo in un ambiente equilibrato ed ideale per lo sviluppo delle piante, ricorrendo alla biodiversità ed alla presenza di microrganismi utili a questa condizione.
Cosa andrebbe fatto
- Per prima cosa, andrebbero evitate le monocolture – che attirano insetti predatori e patologie – favorendo come detto la biodiversità. Un insieme di piante, coltivazioni e forme viventi diverse contribuisce a rendere stabile l’ecosistema.
- Sarebbe bene utilizzare macerati vegetali in sostituzione di fungicidi e pesticidi chimici. Vi sono anche insetticidi consentiti nel biologico, che vanno sempre comunque utilizzati con grande attenzione e moderazione.
- Utilizzare fertilizzanti organici come il letame o il compost.
Agricoltura biologica e Km zero – L’aspetto più importante
Abbiamo quindi visto che il Km zero è auspicabile a patto che il prodotto sia originato da agricoltura “pulita” e rispettosa dell’ambiente.
Se questo aspetto dipende dalla coscienza di chi produce, il contesto nel quale ogni coltivazione prende corpo è responsabilità della collettività.
Il produttore può essere un meraviglioso imprenditore biologico, ma se l’aria e l’acqua nella sua zona sono altamente inquinate, anche i migliori propositi rischiano di naufragare.

Per questo tutti dobbiamo fare la nostra parte, cominciando per esempio dalla raccolta differenziata.
Pretendere l’attuazione di politiche ambientali
Il mondo è in sofferenza e soffoca tra temperature che si alzano e sostanze inquinanti che lo minacciano sempre più. Questo è il risultato di politiche industriali selvagge troppo spesso consentite con troppa leggerezza.
Di fronte ad una minaccia globale mai come ora così pericolosa, la discriminante per decidere quale politica ci debba rappresentare dovrebbe essere l’attenzione severa e rigorosa alla vita e alla natura.

Per tutto ciò che è palesemente dannoso e che porta finto progresso, inquinamento e malattie, è ora di dire basta.
Per chi volesse sapere di più sulla coltivazione biologica, segnalo un bel sito: ortodacoltivare.it.
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