Mentre in giro ci sono persone che passano il loro tempo uccidendone altre, non posso nascondere la difficoltà crescente nel dover scrivere qualcosa che stimoli una riflessione. Agricoltura – Inquinamento e Ambiente
Detto questo, vorrei divulgare uno schema pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Nello specifico, si parla di “Impatto dell’Agricoltura non sostenibile sull’Ambiente“.
La grafica
Essendo l’immagine di seguito proposta molto compattata, passandoci sopra col mouse del PC si attiva la lente d’ingrandimento per visionare meglio i dettagli. Per chi utilizza lo smartphone invece, basta allargare l’immagine normalmente.
Perché si possa comprendere meglio, descriverò comunque i vari passaggi.

Attività e Impatti su Terreno, Aria, Acqua
Concimazione
- Impatta
- Inquinamento dei corpi idrici
- Eutrofizzazione
- Perdita di Biodiversità
- Inquinamento Atmosferico
- Pressioni:
- Eccesso di Azoto e Fosforo
- Emissioni di Ammoniaca
- Emissione di Gas ad Effetto Serra
Gestione degli effluenti di allevamento
- Impatta
- Inquinamento dei corpi idrici
- Eutrofizzazione
- Cambiamento Climatico
- Inquinamento Atmosferico
- Pressioni
- Emissioni di Ammoniaca
Allevamenti Bovini
- Impatta:
- Cambiamento Climatico
- Inquinamento Atmosferico
- Pressioni:
- Emissioni di Gas ad Effetto Serra
- Emissioni di Ammoniaca
Pesticidi
- Impatta:
- Inquinamento dei corpi idrici
- Perdita di Biodiversità
- Perdita di Fertilità/Qualità del Suolo
- Pressioni:
- Vendita di Pesticidi
Antibiotici nell’allevamento controllato del bestiame
- Impatta:
- Inquinamento dei corpi idrici
- Resistenza antimicrobica
- Pressioni:
- Uso di Antibiotici
Utilizzo di macchine pesanti
- Impatta:
- Perdita di Fertilità/Qualità del Suolo
- Pressioni:
- Compatta il suolo
Irrigazione
- Impatta:
- Sfruttamento eccessivo delle risorse idriche
- Pressioni:
- Uso dell’Acqua
Agricoltura inquinamento e Ambiente, qualche interrogativo
Da questa scheda si evincono i problemi causati da certi sistemi utilizzati. Siamo arrivati a tutto questo per tanti motivi, uno su tutti: per esempio, siamo in tanti.

È sufficiente questa motivazione? No di certo. Tante altre sono le cause che hanno portato allo sfruttamento massivo dei terreni. Certamente, tra questi, anche l’aumento della popolazione, ma soprattutto, certe esigenze commerciali. Fare presto, fornire prodotti belli da vedere, controllare i prezzi, eccetera eccetera. E la qualità? Il gusto? Già, il sapore…
A parte queste divagazioni, avrei voluto chiudere con una premessa seguita da un interrogativo, entrambi carichi di speranza.
La premessa: ci sono – e per fortuna – tantissimi produttori che si stanno battendo per il biologico e che lavorano con grande passione ed onestà.
L’interrogativo: per non vanificare e compromettere “l’aria” nella quale questi si muovono ed operano, possiamo pensare seriamente di mettere un “freno deciso” a tutto ciò che non rispetti l’ambiente – e la salute?
Possiamo – per esempio – a livello governativo, valutare l’ipotesi di agevolare tutto l’iter di certificazione per i produttori Bio?
Seguirli, monitorarli, supportarli e poi certificarli, il tutto gratuitamente? Si impegnano per darci da mangiare roba buona, è il minimo che si meritano. O no?
Per contro, possiamo invece rendere meno appetibili i prodotti “poco salutari”?

Questo perché, se facciamo produrre biologico in aree molto inquinate e vendiamo i prodotti a prezzi alti, siamo sempre punto e daccapo. I produttori seri vedono vanificare in parte il loro impegno e i prodotti saranno sempre troppo cari.
Avrei voluto chiudere così, semplicemente con questa richiesta speranzosa.
Però, come detto in apertura del post, ci guardiamo intorno e vediamo gente che aggredisce e uccide barbaramente. Di fronte ad eventi così, ci si sente disarmati e tutto al confronto appare piccolo e insignificante.

Gli esperti del clima ci hanno invitato più volte, vista la gravità della situazione, ad essere tutti uniti: non per capricci commerciali, per sete di potere, ma per la battaglia più importante: la salvaguardia della specie umana sul pianeta.
Abbiamo risposto “picche”, per l’ennesima volta.
Prendo spunto dalla psicobiologia del benessere per chiudere il post. Cerchiamo sempre un colpevole per pulire le nostre coscienze, per non sentirci giudicati e metterci al riparo dal confrontarci con le nostre azioni; ma qui, i responsabili di un genocidio – parola tanto usata in questi tempi cupi – di questo passo, saremo tutti noi, grazie alle nostre consolidate abitudini.