Lo stato della salute di ogni essere umano è ormai pesantemente condizionato dalla qualità dell’ambiente nel quale vive. L’allarme inquinamento è l’effetto boomerang dei comportamenti umani irresponsabili susseguitisi nel tempo. Una forma di masochismo collettivo disarmante.
La ricerca smisurata della produzione, la competizione sfrenata, l’avidità, hanno portato il nostro pianeta al collasso.
L’unica possibilità odierna, il vero valore aggiunto sarebbe fermare lo sfruttamento del territorio e adoperarsi per la bonifica totale di tutto ciò che non rispetta l’aria, l’acqua, il suolo.
Ci sarebbe lavoro, vero, sano, nobile e pulito, per intere generazioni.
Il rapporto Mal’aria di Lega Ambiente

Chiusa questa digressione, il rapporto Mal’aria condotto da Lega Ambiente nelle città italiane (2019), ha evidenziato come il nostro territorio nazionale sia soffocato:
- dallo smog
- dalla circolazione degli autoveicoli, nel numero di circa 38 milioni di esemplari.
Il livello limite dell‘ozono e delle polveri sottili è stato superato più volte nel corso dell’anno in 55 capoluoghi di provincia. Il triste record detenuto da Brescia nel 2018, con lo sforamento dei limiti per 47 giornate relativamente ai PM10 e 103 giornate per quanto riguarda l’ozono.
Lo studio
Il quadro preoccupante è stato rafforzato da uno studio del “European Heart Journal”, un gruppo internazionale di ricerca, ove si è evidenziato come l’inquinamento atmosferico sia responsabile – ogni anno:
- 120 decessi in più per 100.000 abitanti nel mondo
- 133 decessi in più ogni 100.000 abitanti in Europa
- 129 decessi nell’Unione Europea a 28 stati.
Questo significa che, in un anno come il 2015, l’eccesso di inquinanti nell’aria ha causato circa 8,8 milioni di morti in più nel mondo, di cui 790.000 in Europa, e 659.000 nell’Unione Europea.
Situazione realmente drammatica
In Europa, le principali patologie legate all’inquinamento che hanno causato il maggior numero di morti sono quelle cardiovascolari, seguite da quelle polmonari.
Lo studio ha evidenziato come la patologia più letale sia l’infarto cardiaco, col 40 % in più di decessi, seguito dall’Ictus con l’8 %, dalle polmoniti col 7% e dai tumori al polmone col 6%.
Il primato negativo in Europa spetta alla Germania, il cui tasso di mortalità in eccesso dovuto all’inquinamento atmosferico è di 154 vittime su 100.000 abitanti.
L’Italia è tristemente subito dietro, con la morte di circa 81.000 persone all’anno per inquinamento atmosferico.
La cattiva qualità dell’aria in abbinamento ad un’alta densità abitativa, portano l’Europa ad essere quindi particolarmente colpita.
Quasi superfluo sottolineare come i maggiori responsabili siano da ricercare nel particolato sottile, i PM 2.5.

Il valore limite medio annuo nell’Unione Europea per il PM2,5 è di 25 μg/mc – microgrammi per metro cubo – mentre il valore limite di riferimento individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – oltre il quale dovrebbe scattare l’allerta – è di soli 10 μg/mc.
È possibile leggere tutto lo studio del “European Heart Journal” cliccando sul link.
Alla luce di questa situazione e per chiudere il post, vorrei ribadire una domanda che faccio prima di tutto a me stesso e poi a tutte le persone di buon cuore:
Quando applaudiamo l’oratore di turno, colui che riempie di spessore i propri discorsi con la parola “crescita“, esattamente, chi e cosa stiamo applaudendo?
L’effetto boomerang dell’allarme inquinamento passa anche da queste parole violentate a scopo di lucro. Sarebbe bene ridefinire con urgenza il paradigma della questione, smascherando con precisione puntigliosa gli intenti di chi spaccia veleno per progresso.