Parlare di appartamenti vuoti, liberi, sfitti, e di ambiente, pare un accostamento senza senso. Eppure, un nesso tra le due cose c’è ed è pure bello grosso.
In Italia, sette milioni di appartamenti, sono vuoti
Non c’è che dire, un numero grandissimo. Come riportato dal sito Mycase.it, a tanto ammonterebbe il numero di appartamenti vuoti presenti sul territorio italiano.
Eppure, ci guardiamo intorno, e continuiamo a vedere cantieri che costruiscono nuovi stabili, cemento su cemento, come se fosse in corso una vera e propria emergenza abitativa.

Alla luce di questa situazione, una domanda sovviene spontanea: ci sarà pure qualcuno che autorizza tutto ciò oppure è sempre responsabilità di quelli che c’erano prima? Sarebbe interessante saperlo.
Case in cattivo stato e famiglie che non hanno una casa
La prima cosa da fare sarebbe quella di convogliare le “energie costruttive” al fine di sistemare tutte le case datate, seriamente danneggiate o in cattivo stato d’uso e migliorarle – ove possibile – dal punto di vista energetico e degli sprechi idrici.
Potrebbe essere questo un primo ed urgente segno di civiltà e di attenzione ai cittadini? Possiamo pensare di investire risorse (pare ne arrivino tante) principalmente per sistemare i nostri spazi abitativi esistenti?

Circa 2,3 milioni di famiglie non si possono permettere una casa, senza contare i tantissimi casi di povertà non riconducibili a nuclei famigliari. Ecco, a fronte di questo dato, 7 milioni di appartamenti restano vuoti e si continuano ad autorizzare nuove costruzioni. È normale questo?
Qualcosa non torna e se alcuni cittadini si pongono questa domanda, sarebbe bene che qualcuno fornisse spiegazioni.
È progresso questo? Parliamo di civiltà forse? È attenzione al territorio? Ognuno risponda a coscienza.
Appartamenti vuoti = cemento inutile
Riprendo una frase riportata sempre dall’articolo di Mycase.it, in cui si evidenzia quanto segue:
“L’Osservatorio sui Laboratori Territoriali ha stimato 18 miliardi di metri cubi edificati, di cui 15,5 miliardi destinati al residenziale, contro un fabbisogno nazionale aggregato di 6,2 miliardi di metri cubi”.

Questo significa che una buona fetta degli edifici presenti sul nostro territorio è, oltre che inutilizzata, inutile.
E l’ambiente?
Iper-cementificazione, dissesto del territorio, sottrazione di spazi per la fauna, la flora, danneggiamento del paesaggio, aumento dei costi per i servizi, i collegamenti, asfalto, quindi più inquinamento, problemi idrogeologici, nuove strade e via di questo passo.
Ripetiamolo:
Se tutto ciò fosse una necessità impellente non ci sarebbe nulla da dire, ma qui stiamo parlando di costruzioni nuove in un contesto ove molte case sono vuote e moltissime necessiterebbero di ristrutturazione.
Ammodernare e rendere sicuri gli stabili già presenti
Possiamo pensare quindi di andare decisi nella direzione del restauro dei vecchi edifici e dell’occupazione – per quanto possibile – degli stabili vuoti, con un monitoraggio attento e contingentato delle autorizzazioni alle nuove costruzioni, nel rispetto del suolo, del paesaggio e dell‘ambiente in generale?
Anche questo è un argomento che entra di di diritto nelle cose da verificare tra i programmi della politica.
Chi non ha rigore e impegno verso l’ambiente, chi autorizza lo sfruttamento inopportuno del suolo, di qualunque colore politico esso sia, non sta facendo il bene della comunità e non contribuisce al miglioramento della salute dei propri cittadini.
Questo dobbiamo fare come elettori, accertarci che le cose importanti siano messe al centro e poi osservare e verificare che si metta in pratica quanto dichiarato.
N.B.
Ricordo la sezione LIVE ove consultare: la qualità dell’aria nella vostra città in tempo reale, statistiche, il database dei rifiuti e il livello degli inquinanti presenti