Bologna a impatto zero

Bologna a impatto Zero entro il 2030

Bologna si era candidata a febbraio 2022 per essere scelta tra le città a impatto zero, aderendo all’iniziativa della Commissione Europea, che porterà cento città ad aderire a questo progetto.

Obiettivi nobili in tema di efficientamento energetico, mobilità, produzione di energie rinnovabili e illuminazione pubblica.

“Città a impatto climatico zero”

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha presentato in Sala Borsa il ‘Climate City Contract’ nell’ambito di Bologna Missione Clima, un contratto cittadino proiettato nel futuro ad “emissioni zero“.

Bologna a impatto zero
Matteo Lepore, Sindaco di Bologna

Lo hanno sottoscritto il Comune, la Commissione Europea, Hera, Acer, il trasporto Tper, l’Università di Bologna, istituzioni e diversi partner pubblici del territorio.

Alcuni progetti chiave

  • Illuminazione pubblica: trasformazione dell’illuminazione a LED, illuminazione adattiva, fornitura di energia a zero emissioni per illuminazione pubblica, Smart city
  • Efficientamento energetico: sviluppo distretti a energia positiva, riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica, riqualificazione energetica degli edifici universitari
  • Produzione energie rinnovabili: ERP, comunità energetiche in edilizia residenziale pubblica. Rimozione/sostituzione delle forniture di origine fossile con altre da fonti rinnovabili, promozione di comunità energetiche
  • Trasporti/Mobilità: Realizzazione Area Verde, de-carbonizzazione del trasporto pubblico locale ossia filobus, tram. Terminare il progetto Biciplan oltre ad incentivi per la mobilità attiva
  • Rifiuti: Elettrolizzatore per produzione di idrogeno verde, costruzione del Power to Gas c/o depuratore Hera Bologna, interconnessione di sistemi energetici cper alimentare Fiera e Università
  • Progetti bandiera: Gemello digitale, Impronta verde, Città della conoscenza.

Le parole del Sindaco Lepore e di alcuni Partner

 

Matteo Lepore, sindaco di Bologna:

“Questa missione significa alleanze e impegno reciproco. Dobbiamo passare ad una fase in cui tutti insieme si faccia rete, in una grande alleanza che contrasti il cambiamento climatico”.

Giuseppina Gualtieri, Presidente Tper:

“Per quanto riguarda l’efficientamento energetico del trasporto pubblico locale, abbiamo oltre 500 milioni di investimenti già finanziati”, con riferimento alla flotta de-carbonizzata di oltre 900 mezzi (composta da bus elettrici, bus a idrogeno, filobus e navette in arrivo entro il 2030.

Orazio Iacono, AD di Hera:
“Abbiamo già una pluralità di interventi che ci permetteranno di ridurre le emissioni di Co2, oltre 35 mila tonnellate all’anno”.

Marco Bertuzzi, Presidente di Acer:

Servono investimenti pubblici per migliorare l’efficientamento energetico delle case dove vivono le persone, consentendo loro di pagare meno bollette.

La strada intrapresa è corretta, con un però…

La strada dell’efficienza e dell’attenzione all’ambiente è assolutamente lodevole. Un plauso al Comune è più che doveroso.

Viene però da chiedersi se, nell’ambito di queste azioni, non sia il caso di cominciare anche a rivedere altri aspetti (non può di certo farlo un solo Comune, ovviamente no), quali il consumo eccessivo delle materie prime, degli ecosistemi, del territorio.

Bologna a impatto zero

Ripetiamo il mantra fino allo sfinimento: se ogni anno consumiamo quasi il doppio di quello che la Terra è in grado di rigenerare, l’impatto non potrà mai essere buono.

A tal proposito, con riferimento all’ultimo punto relativo all’efficientamento energetico delle abitazioni, non si può che non essere d’accordo sulla strada da intraprendere.

Altro è però il discorso relativo allo sfruttamento del territorio in generale, e nello specifico per scopi abitativi.

Se la popolazione “nazionale” è in calo o stazionaria – come da molte parti si lamenta* – e in questa indagine ISTAT (sì, già un po’ datata, ma saranno cambiati di molto i dati?) si parla di sette milioni di case vuote in Italia, come possiamo poi parlare di impatto zero, di efficientamento energetico eccetera, se si continua a costruire? Data la mole degli appartamenti vuoti, è forse il caso di ristrutturarne e ridistribuirne il più possibile e poi – eventualmente – costruirne di nuovi?

Martoriare un territorio italiano già bello provato, anche strutturalmente, come il nostro, è compatibile con le buone intenzioni a impatto zero?

(*)Piccolo excursus sull’andamento demografico

La popolazione, nel bel mezzo di una emergenza climatica globale, andrebbe sempre monitorata, per l’appunto, nella sua globalità. Guardarla nell’orticello di casa a puro scopo commerciale in quanto produttrice di ricchezza e garanzia per il pagamento delle pensioni, che senso ha a margine di un problema ambientale?

Popolazione Mondiale: 8.006.670.407 dato aggiornato 21/12/2022 ore 18:30

Negli anni ’70 eravamo 3,5 miliardi circa di persone, oggi siamo 8 miliardi, ogni anno in aumento.

I nati sul pianeta, anche quest’anno, supereranno di gran lunga i morti. Se vuoi, guarda un po’ di statistiche interessanti QUI.

E, per rincarare la dose, l’emergenza climatica prodotta dagli uomini e dai suoi comportamenti, non conosce confini. L’aumento della popolazione, che è una componente dell’aumento dei consumi e dell’inquinamento, non fa distinzione di frontiera. Non si ferma alla dogana, non fa distinzione in base alla lingua parlata o al colore della pelle. Queste sono solo piccole miserie umane che al problema climatico nulla interessano.

Bologna a impatto zero, come detto, merita un plauso

Per cui, rimane lodevole la strada intrapresa dai comuni coinvolti nel progetto, tra i quali quello di Bologna a impatto zero.

A patto però che le autorità internazionali comincino ad affrontare seriamente i problemi legati ai consumi eccessivi delle materie prime (altro che crescita), alle produzioni senza limite per scopi commerciali e allo sfruttamento eccessivo dei territori con compromissione degli ecosistemi.

Speriamo questo sia un deciso primo passo verso la consapevolezza e il cambiamento.