L’operazione è realmente molto complicata. Capire le ragioni altrui è qualcosa di complesso, richiede preparazione, partecipazione, disponibilità ad ascoltare e l’attitudine a comprendere il mondo altrui.
Tutti vogliamo sentirci accettati, apprezzati, tutti abbiamo bisogno della nostra razione di stima. Eppure, è così difficile arrivare a questa condizione, a questa apertura.
Capire le ragioni altrui per offrire un’alternativa
- Come potremmo entrare nel merito dei comportamenti umani altrui senza calarci in un ascolto attento e profondo?
- Come potremmo farlo concentrandoci solo ed esclusivamente sugli eventi passati senza fornire valide alternative?
- E ancora, quale senso avrebbe ascoltare una narrazione di eventi, peraltro lacunosa e spesso confusa, senza considerare l’importanza del contesto ambientale nel quale questa vita si è svolta?

Come affermato dal sociologo Robert Merton “i tentativi di eliminare una struttura sociale esistente, senza introdurre strutture alternative adeguate per espletare funzioni che l’organizzazione abolita svolgeva precedentemente, è destinato al fallimento“.
Questo è molto importante, ed è vero nel mondo del sociale così come in ambito psicobiologico.
La psicobiologia del benessere e la concretezza
Rivangare ossessivamente il passato con l’ausilio delle memorie appannate dell’individuo, cercando per anni conferme su conferme relativamente a vuoti emotivi che risultano peraltro evidenti dopo aver elencato episodi che portano a mancanze relative a determinati bisogni, non è lo scopo principale della psicobiologia del benessere.

Partendo come sempre dal presupposto che – fortunatamente – la stragrande maggioranza delle persone non ha reali patologie mentali, lo scopo del consulente sarà quello – una volta colti gli aspetti generali della vita della persone, le lacune comportamentali, vuoti emotivi e bisogni non soddisfatti – di aiutare il cliente in un miglioramento del suo processo di vita.
In poche parole, invece di rivangare per anni all’indietro, si guarda un poco dietro per poi guardare con decisione in avanti.
Chi è il consulente in psicobiologia del benessere
Il consulente del benessere abbiamo già detto non essere un terapeuta per come lo intende il nostro ordinamento. Non si occupa di singoli problemi, di malattie conclamate, e soprattutto non vuole nemmeno occuparsene.
Il consulente in psicobiologia del benessere è un formatore, un educatore per l’appunto al benessere, una persona che aiuta il cliente prima di tutto a capire gli aspetti riguardanti i comportamenti umani, della specie e della persona in questione, oltre ai condizionamenti, le abitudini tossiche, i dogmi fuorvianti.

È un professionista che, accompagna il cliente, con la complicità di questi, verso valori che ritiene importanti per sé e per gli altri. Con gli strumenti dettati dalla conoscenza a sua disposizione, cerca di mostrare al cliente vantaggi e svantaggi delle scelte che si andranno a fare, senza ergersi a guru incontestabile, ma definendo sempre con chiarezza il proprio punto di vista.
I comportamenti adattivi
Sia chiaro un aspetto: rivolgersi al consulente in psicobiologia del benessere non è affidarsi ad un santone che fa i miracoli. No.
Significa essere disposti a partecipare attivamente al cambiamento, a comprendere le situazioni e l’ambiente, valutare le opzioni in ballo, assumersi la responsabilità di fare, utilizzando tutte le risorse a propria disposizione, specie quelle che mai si è pensato di avere.

È così per tutte le cose. Perché, per esempio, le diete non funzionano quasi mai o solo momentaneamente, per piccoli periodi?
Perché innanzitutto non si comprendono i motivi del sovrappeso, e soprattutto, perché si spera sempre che arrivi dal cielo un mago delle diete che ci consenta di dimagrire con un barbatrucco e possibilmente zero sacrifici.
Ecco perché non parliamo di comportamenti buoni o cattivi, men che meno giusti o sbagliati.
Parliamo di comportamenti adattivi o disadattivi.
Diventi consapevole del problema, del tuo stato, lo comprendi con l’aiuto di un consulente e agisci di conseguenza, dopo attenta valutazione sui pro e i contro.
Oppure fai spallucce, continui a fare quello che hai sempre fatto, poi ti lamenti, invochi la sfortuna etc. etc.
Consapevole significa sapere, conoscere
Dal latino conscientia, che deriva da conscire, composto da cum e scire, sapere insieme.
L’obiettivo è puntare all’armonia tra il nostro mondo interno e quello esterno, tra noi e gli altri.
Attraverso la consapevolezza possiamo aspirare a questa armonia, che non è possibile imporre dall’esterno come ahimè avviene in molte terapie alternative. Questa consapevolezza al cambiamento richiede impegno, sacrificio.

Capire le ragioni altrui è il primo passo per capire e accompagnare verso un nuovo percorso di vita. Come avviene in ambito alchemico, bisogna distruggere, ripulire e ricostruire la realtà e non affidarsi a qualcuno che semplicemente ci dice di guardarci dentro o ricorre a qualche improbabile potere superiore.
Il cambiamento richiede fatica, disponibilità. È bene averlo ben chiaro, anche per non farsi ingannare o cadere nella trappola di qualche buontempone che si approfitta delle debolezze altrui.