Quando un argomento comincia a diventare o diventa molto popolare, può venire anche più di un dubbio. Cibo BIO, quando sì e quando forse suona come titolo forse un po’ provocatorio, ma tant’è…
Mettiamola così, la passione e la bontà d’intenti – l’etica produttiva – si potrebbero qualche volta confondere o potrebbero macchiarsi tra le pieghe della moda del momento e qualche buontempone potrebbe cavalcare l’onda produttiva biologica non propriamente alimentato – diciamo così – da autentica passione.
Oltre a questo, potrebbe poi sorgere un altro dubbio: è sempre bene optare per il biologico oppure in qualche circostanza occorre una qualche riflessione? Per chiarire meglio questo aspetto, vi propongo a margine di questo post, un bel video pubblicato dal bravo e puntuale nutrizionista Simone Magro, sul suo canale pubblico Youtube.
Di cosa si parla nel video – Sintesi
La prima considerazione è sui costi: il prodotto biologico mediamente è più costoso di quello diciamo convenzionale o non Bio. Anche per questo motivo è bene vedere quando è auspicabile l’utilizzo del prodotto Bio e quando diciamo di meno.
Per non dimenticare lo scopo:
L'agricoltura biologica deve mantenere fede al concetto di rispetto della salute dell'uomo e della natura, limitando il consumo di prodotti di sintesi e favorendo il benessere animale e vegetale.
Il consumatore ha pertanto tutto il diritto di ricercare il miglior prodotto possibile da portare sulla propria tavola. Allo stesso tempo però, deve smetterla di alimentare il consumo della frutta di dimensioni perfette, con buccia immacolata e lucidissima nell’aspetto, perché sennò si deve ricorrere ai fitosanitari. Quindi, botte piena e moglie ubriaca, no.
Dicevamo quindi, Cibo Bio, quando SÍ e quando Forse…
Vegetali senza buccia o abitualmente utilizzati con la buccia

Vegetali senza buccia
Il cibo Bio, sicuramente SÍ per tutti quei prodotti vegetali che non hanno una pellicina esterna, come per esempio le fragole. Questi sono quei prodotti dove il fitosanitario può rimanere sulla parte esterna. Anche il pomodoro, è vero che lo si può pelare, ma molto spesso lo si utilizza con la buccia, ecco perché possiamo aggiungerlo a questa categoria.
Vegetali con la buccia

Vegetali con la buccia
Poi ci sono altri prodotti, come melanzane, albicocche, pesche, mele, che posso sbucciare togliendo parte dei fitofarmaci. Non li ripulisco completamente, ma comunque l’apporto di questi composti si riduce notevolmente.
Latticini

Latticini Bio
Per quanto invece riguarda i latticini, il nutrizionista è perentorio: i latticini biologici sono assolutamente migliori rispetto ai latticini convenzionali. Questo perché l’animale
vive meglio, al pascolo, cammina all’aperto, di conseguenza mangia e produce meglio.
Carne, pesce e uova

Uova, carne e pesce
Anche in questo caso, biologico SÍ perché studi scientifici dimostrano che la qualità di vita dell’animale influisce molto sul prodotto finale.
Cereali
Qui il nutrizionista fa una distinzione importante. Se comperiamo una pasta biologica raffinata stiamo in un certo senso buttando soldi, perché i pesticidi delle produzioni convenzionali stanno sulla parte esterna del cariosside e sono eliminati durante il processo di raffinazione. Pertanto spendere un 30-40 per cento in più per avere una pasta biologica – che da un punto di vista nutrizionale non dà nulla di più della pasta convenzionale a cui
è già stata eliminata la parte più contaminata dei pesticidi – ha poco senso.

Pasta integrale BIO
immagine tratta da www.basko.it senza scopi commerciali
Diverso è il discorso invece per quanto riguarda la pasta integrale. In questo caso il chicco viene macinato per intero e quindi qui il biologico fa la sua differenza.
Legumi

Legumi…
Sono prodotti meno sfruttati dal punto di vista produttivo e quindi sono mediamente trattati di meno. Comunque, dato che sulla pellicina esterna possono rimanere comunque componenti che rendono difficoltosa la digestione, il Bio potrebbe essere consigliato. In ogni caso, il problema può essere risolto togliendo la pellicina esterna.
Olio
Parlando di olio, non ci si può non soffermare sulle produzioni di extra vergine. Il nutrizionista fa una considerazione importante. L’olio preferibile è quello con denominazione DOP (Denominazione di Origine Protetta).
La certificazione obbliga il produttore ad avere un livello di acidità basso, un certo tenore di polifenoli e di componenti antiossidanti. Pertanto, da un punto di vista nutrizionale, l’acquisto di un prodotto DOP dà una maggiore garanzia. In questo caso quindi, va bene il biologico, a patto che l‘azienda produttrice lo produca con autentica passione e rispetti valori nutrizionali importanti.
Per chi vuole leggere un bell’articolo sulle varie tipologie d’olio, EVO, BIO, DOP, IGP potete cliccare QUI.
Bene, di seguito il video completo prodotto dal nutrizionista Simone Magro, relativo al Cibo BIO, quando SÍ e quando FORSE.
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