Come mangia un monaco tibetano

Come mangia un monaco tibetano

Prima di vedere “come” mangia un monaco tibetano, teniamo presente che Il Tibet è un altipiano situato sul cosiddetto tetto del mondo e per centinaia di anni è stato praticamente isolato da tutti gli altri paesi.

Facciamo un passo indietro nel tempo

Freddo, alta quota, ossigeno rarefatto, difficolta logistiche, hanno fatto sì che storicamente, la popolazione locale e i monaci di riflesso, si siano dovuti arrangiare – è proprio il caso di dirlo – con quello che passava il convento; poche cose prodotte in loco, quali ad esempio Tsampa e orzo.

Come mangia un monaco tibetano

La setta buddista tibetana Gelug, divenne poi predominante ed esclusiva nel periodo della dinastia Qing.

Non essendo i Gelug impegnati in attività produttive in virtù del loro stato privilegiato, giocoforza accettavano le offerte dei credenti, e nelle stagioni in cui non vi erano cereali o verdure, ricevevano latticini, manzo e montone essiccati, tè al burro, oltre all’immancabile Tsampa.

Il Buddha originario Shakyamuni stabilì che i monaci dovessero mangiare qualsiasi cosa commestibile i donatori avessero offerto loro. Ecco che l’idea poetica del monaco vegetariano o vegano – che oggi da più parti è quasi leggendaria – a quei tempi non era propriamente praticata e praticabile.

Ora le cose sono effettivamente cambiate

Molti monaci oggi non mangiano più carne e hanno virato decisamente verso il mondo vegetariano. Questo cambio di direzione è servito a ridurre la sofferenza degli esseri senzienti, evitando di causare karma malvagio.

Drepung

I tre monasteri principali, Drepung vicino Lhasa, Ganden e Sera, servono ad esempio cibo vegetariano.

Come mangia un monaco tibetano – Premessa doverosa

Prima di vedere “come” mangia un monaco tibetano, sarebbe sempre bene ricordare l’importanza del bere acqua, come riportato dal dottore iraniano Fereydoon Barmanghelidj.

Una frase del suo libro mi colpì molto, ossia, “quando hai fame, bevi“. Detto questo, è importante bere prima dei pasti, per consentire allo stomaco di essere protetto dagli acidi e rendere l’ambiente digestivo il meno aggressivo possibile.

Torniamo ai tibetani, dunque.

Per prima cosa, partiamo con cibi biologici, seduti, in posizione eretta, e… silenzio. Quando si mangia, si mangia e basta. Niente chiacchiere, per gli appassionati del genere, il commissario Montalbano insegna…

Altra cosa, non si mischiano amidi e proteine, pasta e carne per intenderci, perché possono inquinare la digestione. Un solo tipo di cibo per volta e se proprio non si riesce a fare altrimenti, prima il cibo più liquido, tutto, poi quello più solido, senza alternarli tra loro (per capirci, non un morso qua e uno là).

Come mangia un monaco tibetano

Questo cibo solido poi, deve essere masticato lentamente, fino a liquefarlo. Per fare ciò, sono necessarie dalle trenta alle quaranta masticazioni per boccone, fino a quando, praticamente, non sembra di deglutire nulla e non è rimasto nulla nella bocca, se non energia.

Lo so che mastichi cinque o sei volte al massimo e poi mandi giù, ingordo, ti ho visto, e non va bene…

Ultima cosa, ma non ultima, non mangiare troppo tardi. La civiltà industriale è purtroppo ricca di cattive abitudini tra le quali questa, ma è bene cercare di non cenare troppo tardi. Loro cenano prima del tramonto e comunque qualche ora prima di coricarsi, per dare modo alla digestione di andare a compimento.

Quando andare a letto?

I monaci si coricano non più tardi delle dieci, al buio (sembra banale, ma per molti non lo è), senza apparecchi tecnologici tra i piedi e si alzano solitamente molto presto, anche prima dell’alba, per la preghiera.

Questo li porta ad incamerare energia per la giornata, ma sarebbe chiedere troppo alle nostre abitudini.

Per il momento è sufficiente conoscere modalità nutrizionali particolarmente differenti dalle nostre, che possono essere un semplice spunto di riflessione per migliorare il nostro quotidiano e perché no, la nostra linea.

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