Crescita applausi

Crescita, applausi e questione climatica

La scena è da sempre più o meno sempre la stessa: qualcuno legge pubblicamente dei numeri, elogia la crescita economica e partono gli applausi. Quando c’è un calo, si auspica la crescita, e partono gli appalusi.

La crescita economica è, per tutti o quasi tutti, il bene assoluto, la cosa buona, la giusta strada.

Poi c’è una questione climatica che, come detto più volte – teoricamente – dovrebbe essere al di sopra di queste situazioni, l’argomento più importante, quello che riguarda tutti.

Facendo un esempio sportivo, le vicende lavorative sono le squadre di club, poi c’è la nazionale, l’ambiente, lassù in cima, che dovrebbe accumunare tutti sotto un’unica bandiera.

Cos’è sta benedetta “Crescita”?

Insomma, dovremmo intenderci sul cosa significhi esattamente “crescere“.

Vediamo il quel che dice in proposito dizionario italiano:

  • 1a. v.intr. (essere) di uomini, animali e piante, diventare più grande secondo un processo naturale: è un bambino che cresce sano e bello, quanto sono cresciuti i tuoi figli!; la poca luce impedisce alla pianta di crescere bene | di singole parti del corpo: crescono i capelli, i denti, la barba, le unghie; farsi crescere i capelli, le unghie e sim., lasciarli allungare
  • Sinonimi: svilupparsi.
  • 1b. v.intr. (essere) diventare adulto: i figli sono cresciuti e sono andati via di casa; quando ti deciderai a crescere?, a comportarti da persona adulta
  • 1c. v.intr. (essere) estens., essere allevato, educato: crescere in un ambiente sano | trascorrere l’infanzia e l’adolescenza: crescere in città, in campagna
  • 1d. v.intr. (essere) fig., migliorare, progredire: quell’esperienza lo ha fatto crescere, crescere in saggezza, in virtù

Una parola come vediamo che, a secondo del contesto, prende significati che possono essere molto diversi tra loro.

Per rubare un concetto molto caro alla Psicobiologia del benessere e alla Biologia in generale, una volta di più si ha la conferma di come l’ambiente condizioni il risultato finale.

Con quale tipo di crescita deve fare i conti il nostro clima?

Diversi tipi: crescita demografica, crescita economica e quindi dell’inquinamento, delle temperature. Tanto per citarne alcune.

Diamo un’occhiata all’Overshoot day di quest’anno.

Piccolo promemoria: L’Earth Overshoot Day viene calcolato dividendo la bio-capacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare quell’anno), per l’impronta ecologica dell’umanità (la domanda dell’umanità per quell’anno) e moltiplicando per 365, il numero di giorni in un anno. (fonte overshootday.org).

In soldoni, consumiamo più di quello che la terra è in grado ogni anno di produrre. Nel 2022 il superamento globale è avvenuto a fine Luglio; da lì in avanti, siamo andati a debito.

Vediamo nel grafico di overshootday.org come questo giorno di rottura si sia spostato dal 1971 (anno in cui si faceva sostanzialmente una patta tra risorse rigenerate dalla terra e l’impronta ecologica) al 2022.

Overshoot day - Crescita applausi
Immagine tratta da oveeshootday.org

Sempre per dirla in soldoni, nel 1971 consumavamo quanto la terra era in grado di produrre (e infatti l’Overshoot day era a fine Dicembre). Nel 2022, l’Overshoot day è a fine Luglio e necessitiamo di 1,75 pianeti terra per soddisfare i nostri consumi.

Torniamo alla nostra parola crescita condita da applausi

Chiaramente, se il paradigma sul quale fondiamo la nostra vita è all’insegna del produrre, è normale che, di fronte ad una “sciorinatura” – di numeri eclatanti, la platea applauda.

In quel momento di emotività, di esaltazione collettiva, il termine crescita perde tutti i connotati dannosi che si porta appresso. E anche perché, chi è cresciuto avendo come obiettivo di vita il possesso, l’accumulo, la ricchezza economica, è piuttosto concentrato nel cercare di mantenere certi privilegi. Gli è anche stato insegnato che tutto ciò è cosa buona, giusta e prestigiosa.

Gli è stato detto dalla famiglia, dalle istituzioni, dalla scuola, possiamo dunque condannarlo?

Comprensibile, ma di quale crescita parliamo se danneggiamo il nostro habitat?

Questo è il punto saliente. Quale ricchezza si nasconde nel danneggiamento della cosa pubblica?

A volte dimentichiamo che l’ambiente nel quale ci muoviamo, è un sistema fatto di equilibri molto spesso invisibili. Dimentichiamo che il pianeta non è dell’uomo, nonostante si sia inventata – per esempio – la proprietà privata, senza tenere conto delle esigenze di tutte le forme viventi presenti.

Come possiamo osannare e perseguire la crescita, senza attribuire a questa un significato prima di tutto etico e rispettoso del contesto nella quale si manifesta?

Ricordo ancora una volta un principio dei nostri comportamenti.

Se l’effetto di un qualcosa, di un’azione, è vicino alla presunta causa, allora vi prestiamo massima attenzione.

Esempio: per assurdo, se pronunciando la parola crescita come oggi la intendiamo, improvvisamente tutti gli alberi presenti e vicini all’aula nella quale la si pronuncia cominciassero ad incendiarsi, e l’aria diventasse irrespirabile, ecco che tutti si guarderebbero bene dal pronunciarla. Tutti capirebbero la pericolosità, per intenderci.

Crescita applausi

Se al contrario, qualcuno ci dicesse in un qualche meeting che, proseguendo con questo ritmo produttivo globale, nel 2100 la CO2 raggiungerebbe livelli pericolosi per il genere umano, il risultato della platea sarebbe probabilmente un insieme di smorfie di sorpresa o poco più.

E poi?

E poi niente. Alla prossima assemblea sui resoconti economici, si parlerebbe nuovamente della necessità di crescita o di numeri in crescita, in un tripudio generale di applausi.

Alla luce di questa situazione, chi può realmente rappresentarci?

Sia chiaro, l’obiettivo di crescere come individui e di perseguire un benessere che sia il più diffuso possibile, è intento nobile. Non si cerchi ironia o provocazione fine a sé stessa tra queste righe, perché un mondo che aspiri ad essere più civile necessita di esseri viventi che stiano il meglio possibile.

Quello che viene da chiedersi, come sottolineato in un post precedente, è come sia ancora possibile proseguire con proclami di crescita basati su comportamenti e abitudini che hanno portato a questa situazione.

Acmos.net » Applausi

Certo, come detto prima, trattasi di situazione in evoluzione che, sempre presentata come pericolosa in un prossimo futuro, viene presa sul serio fino ad un certo punto. Situazione che però sta già presentando il conto, e ce ne accorgiamo guardando il clima impazzito che sembra peggiorare ogni giorno di più.

E allora, alla luce di questa situazione, dobbiamo scegliere se essere altruisti e rispettosi di chi verrà oppure menefreghisti ed egoisti, godendo dei nostri bottini personali accumulati e fregandocene delle conseguenze.

Rispetto e quindi crescita ambientale oppure crescita economica vecchio stampo?

Chi è in grado di pensare, lo faccia con la propria testa, stando lontano dai vecchi proclami e decidendo una volta per tutte da che parte stare.

Per finire, il pensiero di Karen Guggenheim

Nell’articolo della rivista Lifegate, che potete leggere per intero QUI, l’organizzatrice del World happiness summit, in alcuni passaggi dell’intervista ha sottolineato come:

È davvero difficile essere felici in un ambiente tossico, che si tratti del posto di lavoro, della propria casa, di una relazione, o del Pianeta…”

Karen Guggenheim, esperta di felicità
Karen Guggenheim – Foto tratta da Lifegate

Se una persona si trova in ambienti malsani, dove magari l’aria che respira o l’acqua che beve fanno male, tutto questo non può che avere un impatto sulla sua felicità e sul suo benessere…”

Dobbiamo prenderci cura del Pianeta. Non possiamo essere felici nel vuoto, lo siamo all’interno di un sistema in quanto animali sociali e l’ambiente in cui viviamo è parte di questa equazione…”

Abbiamo bisogno di persone così.

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