Negli ultimi cento anni si sono accumulati tanti problemi che hanno portato il nostro mondo ad una vera e propria emergenza climatica e ambientale.
Il relatore, Luca Mercalli
Per capire appieno, ci affidiamo alla conferenza tenuta dal meteorologo – divulgatore Luca Mercalli.
Nel video – che puoi vedere in fondo al post – pubblicato sulla pagina YouTube “La Meridiana Paderno Dugnano“, Mercalli ci presenta con grande efficacia e chiarezza ciò di cui dobbiamo prendere coscienza per agire.
Cosa lasciamo ai posteri?
Archeologi e paleontologi hanno fino ad oggi esaminato le ossa di antiche civiltà; quelli che verranno dopo di noi troveranno, oltre alle ossa, una montagna di rifiuti, che siamo riusciti a produrre in un lasso di tempo relativamente breve.

L’impronta ecologica
Tutto quello che preleviamo dalla terra e dal mare, siano essi pesci o alberi o minerali, nonché tutte le scorie prodotte, contribuisce a quella che viene chiamata impronta ecologica.

Il prelievo delle risorse della terra, fino al 1970, era sotto controllo, nel senso che ciò che si prelevava era inferiore a ciò che la natura riusciva a produrre ogni anno.
Nonostante gli avvertimenti degli esperti, si è continuato a consumare senza sosta ad un ritmo incalzante, fino ad arrivare a consumare ogni anno più di quello che la natura è in grado di riprodurre.
Oggi consumiamo più di un pianeta e mezzo di risorse all’anno e provochiamo inquinamento a lungo termine. Continuiamo a voler crescere senza che questo sia più possibile.
Una crescita economica INFINITA in un mondo FINITO è impossibile per definizione
Luca Mercalli
Nel 2050 saremo circa 9,5 miliardi di persone e per sostentarci con il sistema attuale, avremo bisogno di tre pianeti.
L’unica cosa che possiamo fare e rientrare nei limiti concessi dal pianeta, e per farlo, dobbiamo decrescere.

Come rientrare nei limiti consentiti?
Le risorse della terra sono limitate, la capacità di metabolizzare i rifiuti anche, per cui in un modo o nell’altro dovremo rientrare in quei limiti.
In un modo o nell’altro, sì, perché prima o poi saranno le leggi fisiche a costringerci a rientrare.
A cosa è servito il nostro progresso se poi non sappiamo autoregolarci e ci sottoponiamo al rischio di cataclismi, epidemie, fame, carestie?
Tre cose da fare:
- Affrontare il problema della popolazione mondiale. Può crescere a dismisura o è il caso di cominciare a fare una seria educazione famigliare? Questo soprattutto nei territori ad alta densità, in Africa e parte dell’Asia, dove la natalità è fuori controllo.
- La tecnologia, che deve aiutarci a non sprecare, a non inquinare e ci deve portare nettamente verso quel mondo “green” di cui tanto si parla, ma che è ancora troppo marginale.
- La filosofia, ci deve guidare e ci deve aiutare a capire:
- Vogliamo basare la nostra vita solo sul consumo – la famigerata crescita? Se è così, non ci salviamo, non ce la possiamo fare, la terra non ce lo permette.
- Al contrario, se riusciamo invece ad assicurare la dignità sociale per tutti facendo più cose non materiali e che abbassano la pressione sul pianeta, allora ci sono speranze.
Se non cambiano gli obiettivi e il paradigma di una vita basata esclusivamente sulla materia, sul consumismo, sul capitalismo, la curva del consumo della terra continuerà a salire e pagheremo conseguenze drammatiche.



I limiti fisici del pianeta
Noi parliamo di azioni, di borse che salgono e scendono, di speculazioni, ma i limiti del pianeta sono fisici e se cedono, non abbiamo più scampo.


Emergenza climatica e ambientale. I processi in atto:
Cambiamento climatico, acidificazione degli oceani, buco dell’ozono, squilibrio del ciclo dell’azoto e del fosforo, uso eccessivo di acqua dolce, cementificazione e deforestazione, perdita di biodiversità.
Tre di questi processi sono fuori dai limiti di sicurezza: cambiamento climatico, il ciclo dell’azoto e l’estinzione di specie. Queste sono come le spie sul cruscotto di un auto che diventano rosse e che ti dicono che, di questo passo, la macchina si fermerà.
A proposito, nel 1992 a Rio de Janeiro, si tenne la grande conferenza delle Nazioni Unite; in quella occasione prese vita la convenzione quadro sui cambiamenti climatici, in cui si riconobbe come questi fossero effettivamente la più grave minaccia per l’umanità.
Cosa si è fatto? Poco.
Bene, questi argomenti dovrebbero riguardarci da vicino più di ogni altra cosa, perché ne va della nostra vita e della nostra libertà.
Se, come spero, questi primi punti – che rappresentano il 20 % del video – hanno catturato la tua attenzione, ti invito calorosamente a vedere il filmato integrale qui di seguito.
Luca Mercalli, emergenza climatica e ambientale