Inquinamento e corpo umano

Inquinamento e corpo umano sembrano combattere una battaglia che troppo spesso viene sminuita e rilegata nel dimenticatoio.

Oggi le attenzioni di tutti sono rivolte alla pandemia di Covid-19 che ha invaso il pianeta e da più parti si sprecano le ipotesi sull’origine di questa catastrofe.

Mentre il mondo si interroga sul come superare il problema del virus, pochi audaci si sono chiesti se tutto quello che ci sta accadendo possa anche avere un significato più profondo.

È una guerra?

È una guerra da vincere come indicano da più parti oppure in tutto questo, vi è qualcos’altro da capire? O entrambe le cose?

Per cominciare, non è una guerra. Una guerra ti incute il timore dato da un nemico, un nemico che però distingui; ha una divisa, un fucile, delle armi. Ti può sorprendere, certo, ma puoi vederlo.

Qui abbiamo a che fare con qualcosa di minuscolo, invisibile all’occhio umano, conosciuto e non conosciuto, che ci genera un sentimento molto più insidioso: l’angoscia.

L’angoscia è una forma della paura le cui cause sono ipotetiche, indirette, non individuabili. Il cosiddetto “nemico” non sappiamo chi sia, né dove si nasconda.

È una ribellione?

Non sappiamo se questa epidemia sia una delle tante ribellioni dell’Universo. Alcuni già lo ipotizzano e lo approfondiremo magari in un altro post.

Resta il fatto che il mondo industrializzato si trova sempre di più a fare i conti con fenomeni atmosferici violenti, malattie, epidemie su larga scala e un malessere psicologico che inevitabilmente si porta appresso e che ci presenterà un conto salato.

Guardando una semplice rappresentazione grafica accostata agli effetti dell’inquinamento sul nostro corpo poi, non ci si può non soffermare traendo qualche spunto.

Inquinamento e corpo umano

Effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute

  • Irritazioni agli occhi, al naso e alla gola
  • Mal di testa e ansia
  • Tosse, dolore e problemi respiratori
  • Malattie respiratorie
  • Irritazioni alla pelle
  • Malattie cardiovascolari
  • Impatto su fegato, milza e sangue
  • Impatto sul sistema riproduttivo

Leggendo il contenuto di questa breve vignetta e il rapporto di Lega Ambiente sulla qualità dell’aria, non c’è molto da stare allegri. In particolare, il particolato atmosferico, che è l’insieme delle sostanze solide e liquide che respiriamo intorno a noi, è il principale inquinante delle aree urbane.

L’intervista

In una intervista condotta dalla rivista Focus, il capo dell’area scientifica Atmospheric Chemistry and Effects del Centre for Ecology and Hydrology nel Regno Unito, Stefan Reis, ha affermato, cito testuale: «Più recentemente, l’esposizione all’inquinamento atmosferico in generale e al particolato nello specifico sono state associate al basso peso alla nascita, ad effetti sulla salute mentale, al diabete e ad altre malattie».

I dati

Dai dati riportati dal Ministero della Salute, che potete consultare cliccando qui per coglierne i dettagli, circa trentamila decessi l’anno sono da attribuirsi ai PM 2.5.

In grande rilievo problemi come il cancro, le ischemie, i problemi respiratori, ma come abbiamo visto nella vignetta precedente, ogni parte del nostro corpo subisce attacchi quotidiani, ivi comprese le parti più esposte, quali pelle e capelli.

Inquinamento e corpo umano

In particolare, vivere in zone dove vi è alta concentrazione delle polveri sottili, aumenta in modo significativo la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari.

Inquinamento e corpo umano – La ricerca

Una ricerca dell’Università dell’Oregon ha portato alla luce risultati pubblicati sulla rivista scientifica “The Lancet Planetary Health Journal“.

Lo studio in questione ha coinvolto i ricercatori dell’Università americana e sono stati analizzati i dati di oltre 157.000 adulti residenti in ventuno differenti Paesi. La ricerca, avvenuta con volontari, riguardava adulti con età compresa tra i 35 e i 70 anni. Lo studio è stato prolungato nel tempo e ha riguardato un periodo di quindici anni.

Risultati

  • 9.000 persone hanno manifestato patologie cardiovascolari
  • Di queste, circa 4.000 hanno avuto un attacco cardiaco
  • 4.139 hanno manifestato un attacco d’ictus.

I ricercatori hanno tenuto conto anche di altri fattori di rischio come il colesterolo, i trigliceridi, il fumo di sigaretta e le abitudini alimentari.

La ricerca tra i giovani

Il problema cardiaco non è comunque solo da ricondursi agli adulti. Infatti, uno studio condotto in Polonia su 800 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 22 anni, e presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) a Londra, ha mostrato dati interessanti quanto allarmanti.

Le ricerca è avvenuta in due città comparabili tra loro per diversi fattori, Cracovia e Lublino, con la prima però che presentava valori più alti del doppio rispetto alla seconda per quanto riguardava le polveri sottili e altri inquinanti.

Sono state trovate proteine nel sangue che indicavano una infiammazione in corso – nella maggioranza dei casi – nei ragazzi che abitavano a Cracovia e tra questi, le complicazioni più importanti tra i ragazzi in evidente stato di obesità.

L’autore della ricerca

Krzysztof Bryniarski, autore principale di questo studio, della Jagiellonian University di Cracovia, ha affermato che «questo studio dimostra che vivere in città molto inquinate può avere un impatto sul rischio cardiovascolare anche in età precoce, attraverso una infiammazione cronica. È la prima volta che si coglie un legame tra la residenza in una città particolarmente inquinata e il rischio in giovani adulti, che di solito si ritengono immuni dal problema».

L’intervista di Giovanna Zucconi al geologo Mario Tozzi

Per aiutarci nella comprensione del problema, vi è una bellissima video-intervista rilasciata dal geologo – divulgatore scientifico – Mario Tozzi a Giovanna Zucconi della rivista Aboca Edizioni, in cui vengono evidenziati alcuni punti importanti relativi alla relazione tra inquinamento, comportamenti irrispettosi verso la natura e conseguente aumento delle malattie.

Breve sunto del video che sarà riportato a fine pagina:

  • Vi è un impatto delle attività produttive sull’uso del territorio. Si è visto come alla base delle pandemie – per esempio – ci siano i pipistrelli, quali grandi portatori di virus. Il sistema immunitario di questi animali è molto robusto e quindi i virus non lo abbattono. Ciononostante, quando i pipistrelli si trovano in condizioni di stress, questa carica virale aumenta e quindi diventano particolarmente contagiosi. Una condizione di stress è la privazione del loro habitat, per esempio, con il disboscamento.
  • Quando attacchiamo i loro territori – come nel caso dei pipistrelli – ci ritroviamo poi il problema virale in casa. Nel caso del Covid-19 – per esempio – la causa scatenante pare sia dovuta ad un traffico illegale di specie – nella fattispecie il paguro cinese – venduto poi illegalmente nei mercati.
  • Il 50% delle persone del mondo vive in aree urbane e la previsione ci porta ad arrivare al 70 % nel giro di venti anni e questo è motivo di probabile aumento delle trasmissione virali.
  • La globalizzazione ha aumentato la trasmigrazione tra continenti e favorito la diffusione delle malattie.
  • L’inquinamento ha aumentato la diffusione dei virus. L’esempio del Covid-19 diffuso in aree molto inquinate quali Wuhan e la pianura padana – area tra le più inquinate d’Europa – ne sono un esempio. In Italia si contano 80.000 vittime all’anno circa per inquinamento atmosferico, eppure questo non viene tenuto nella giusta considerazione.
  • I danni collaterali dell’inquinamento sull’ambiente, per esempio le alluvioni, provocano danni e morti in numero considerevole, oltre a ingenti fenomeni migratori su larga scala.
  • Se non c’è una Biosfera sana, non può esserci un economia sana.
  • Consumo del territorio smodato, prerogativa della sola razza umana che è l’unica che deturpa il proprio habitat
  • L’antivirus migliore è lasciare in pace la foresta

Godiamoci il video completo, realizzato da Aboca ItaliaAboca talks