La relazioni tra inquinamento e tumori è stata oggetto di un nuovo studio, realizzato da Università di Bologna, Università di Bari e CNR.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati da molte testate e blog. Non stiamo quindi a ripetere per l’ennesima volta contenuti e dati che erano – forse anche superficialmente – quasi scontati, o quantomeno ipotizzabili.
L’inquinamento, e quindi un cattivo ambiente, favorisce le malattie. Questo è il sunto.
Per avere un quadro sintetico di quanto emerso da questo studio, potete leggere uno dei tanti articoli a riguardo, per esempio quello di Today Salute cliccando QUI.
Analizziamo il senso della cosa, non tanto il fatto in sé…
Nello studio si evidenzia come, pur avendo abitudini di vita più sane, nelle zone più inquinate ci si ammali di più.
Ora, dovremmo chiarire bene cosa si intenda per “abitudini di vita più sane“, perché nessuno si prende la briga di spiegarlo con dovizia.
Si può cercare di interpretare: per esempio, abitualmente si ritiene che le città o gli agglomerati commerciali/industriali offrano un tenore di vita migliore rispetto a certe zone rurali e geograficamente più impervie. Si può ritenere di conseguenza che condizioni economiche migliori, aumentino la qualità della vita dei cittadini.
In parte può essere vero, ma non sempre lo è.

Si intendono quindi abitudini più sane:
- Vivere in un ambiente civilizzato
- Far ricorso a buone condizioni igieniche.
- Prestare attenzione all’alimentazione e alle calorie
- Fare movimento con regolarità
Eccetera, eccetera, eccetera.
Queste sono alcune di quelle che etichettiamo come “sane abitudini di vita“.
E comunque, come si conciliano le sane abitudini con i comportamenti produttivi che producono l’inquinamento, il quale aumenta la diffusione delle malattie e nella fattispecie i tumori?
Restiamo sul ragionamento, anche se dissacrante
Riprendiamo l’ultimo concetto: si tengono sane abitudini, però paradossalmente, ogni mattina, ci alziamo e compiamo azioni, attività, che troppo spesso contribuiscono a rendere malsano l’ambiente, aumentando la presenza delle malattie.
Solo questo ragionamento dovrebbe farci capire che qualcosa, nella nostra organizzazione socio-economico-globale, non funziona.
Nell’articolo sopra suggerito di Today Salute, viene indicato come i tumori siano la seconda causa di malattie al mondo dopo quelle cardiovascolari. Ecco, per rendersi conto del legame tra inquinamento e malattie cardiovascolari, potete anche leggere il post “Inquinamento e corpo umano“.
Vi cito un estratto di quel post:
“Uno studio condotto in Polonia su 800 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 22 anni, e presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) a Londra, ha mostrato dati interessanti quanto allarmanti. La ricerca è avvenuta in due città comparabili tra loro per diversi fattori, Cracovia e Lublino, con la prima però che presentava valori più alti del doppio rispetto alla seconda per quanto riguardava le polveri sottili e altri inquinanti...”
Indovinate in quale delle due città si sono riscontrate più malattie cardiovascolari?
Prendetevi cinque minuti e leggete l’articolo “Inquinamento e corpo umano“.
L’ambiente inquinato è dunque un problema molto serio
Qui la psicobiologia del benessere potrebbe essere molto d’aiuto. L’ambiente condiziona le abitudini, le credenze, i comportamenti e influisce sull’attività cellulare.
Un biologo molecolare potrebbe addirittura citarci l’epigenetica.
Eppure, tutto questo, non basta. Non basta al popolo, spesso disinformato, e in quanto disinformato, non in grado di esigere governanti sensibili e preparati verso questi argomenti.
Gli allarmi sul clima, che sono poi gli stessi che riguardano le malattie, non producono effetti concreti nella direzione di un vero cambiamento.
Questo avviene anche per via di quel concetto che abbiamo riportato in altri post: quando gli effetti e le cause sono distanziati nel tempo – e difficilmente misurabili o dimostrabili – l’essere umano fa spallucce.


Qualcuno potrebbe perfino dirci che, in fondo, nemmeno tanto tempo fa, la durata della vita media era sì e no la metà di quella odierna. Il che è vero, perché nel frattempo sono migliorate tante condizioni, ed è innegabile: per esempio, le abitudini igieniche (non per tutti, è vero) e la ricerca scientifica hanno fatto passi da gigante.
Oggi però, sempre la scienza, ci dice che l‘inquinamento, il riscaldamento globale e compagnia briscola, stanno alterando le condizioni ambientali in maniera importante, le quali potrebbero compromettere la sopravvivenza della nostra specie (e non solo) sul pianeta.
Inquinamento, riscaldamento globale e malattie hanno quindi una stessa radice?
Prendiamo un altro piccolo tratto dell’articolo citato:
Secondo Roberto Cazzolla Gatti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e primo autore dello studio, “la mortalità per tumore supera la media nazionale soprattutto dove l’inquinamento ambientale è più elevato“.
E su questo argomento ci va giù deciso il professore, rincarando la dose. Per non dare adito ad equivoci, gli studiosi hanno considerato ben 35 fattori inquinanti, tra cui traffico, inceneritori, industrie, pesticidi, riscontrando come la qualità dell’aria in questi contesti ambientali sia al primo posto per quanto riguarda l’associazione col tasso medio di mortalità per cancro.
A proposito, per controllare alcune statistiche e la qualità dell’aria nella tua città, puoi cliccare QUI.
Per cui, non si mette ovviamente in discussione il concetto che uno stile di vita più sano e attento sia molto importante. Il punto non è questo.
La domanda è un’altra, e tra l’altro sempre la stessa che facciamo ricorrendo all’ormai usurato esempio del condominio:
Migliorare la vita e le abitudini all’interno del nostro appartamento è sensato se poi trascuriamo e lasciamo cadere a pezzi il condominio che ci contiene?
A questo punto, il professor Cazzolla Gatti aggiunge:
“I risultati ci danno buone ragioni per credere che, vivere in un ambiente altamente inquinato può annullare i benefici che derivano da uno stile di vita sano, inducendo lo sviluppo di tumori con maggiore frequenza“.
L’ambiente quindi, incide maggiormente sul benessere rispetto ai fattori socio economici.
Ma qui vale un’altra curiosa regola umana: finché la salute aiuta, i soldi sono più importanti di tutto.
Considerando poi che coloro che decidono, nella maggior parte dei casi, sono in decorosa salute e probabilmente ben pagati, ecco spiegato il perché tutto ruoti prevalentemente attorno alle necessità della macchina economica.
Facciamoci i conti della serva:
Si ottiene più seguito promettendo la crescita economica oppure adoperandosi per un faticoso rallentamento controllato delle produzioni, con tanto di cambiamento paradigmatico dell’ordinamento economico e sociale che vada incontro alle esigenze ambientali?
La prima opzione vince a mani basse, senza alcun dubbio.
La conclusione del professor Cazzolla è talmente di buon senso da non dover aggiungere molto altro:
“Solo se sapremo curare il nostro pianeta, potremo evitare di ammalarci“
Ora bisogna convincere della bontà di queste affermazioni le troppe “orecchie da mercante” con le quali questo mondo deve purtroppo confrontarsi ogni giorno.
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