Insetticidi e gatti che volano

Sembra qualcosa di surreale, ma la storia sugli insetticidi e gatti che volano raccontata a Radio2 Social Club il 22/04/2021 dall’entomologo Gianumberto Accinelli è affascinante, emblematica e preoccupante allo stesso tempo.

Intanto, per chi non lo conoscesse, il professore è entomologo e scrittore.

Ah già, cos’è un entomologo? In soldoni, è colui che studia il mondo degli insetti.

Insetticida e gatti che volano

Insetticidi e gatti che volano – La storia

È una storia ambientata nel Borneo negli anni cinquanta quando per sconfiggere la zanzara che veicola la malaria, decisero di spruzzare a tappeto un insetticida.

Insetticidi e gatti che volano

Una serie di aerei sorvolarono la zona, spruzzarono grandi quantità di insetticidi e così facendo, debellarono prima la zanzara e poi la malaria.

Per molti di noi la storia potrebbe finire qui.

Le case del Borneo cominciarono a crollare

Dopo tre mesi dalla disinfestazione, le case del Borneo crollarono.

Tutti si chiesero cosa stesse accadendo, senza capirci nulla, a parte gli entomologi.

Insetticidi e gatti che volano

L’insetticida aveva ucciso la zanzara della malaria, ma contemporaneamente, aveva ucciso anche una piccola vespa.

Questa vespa ha la caratteristica di iniettare le sue uova all’interno dei bruchi, eliminandoli, e senza di lei, i bruchi erano aumentati a dismisura e si erano mangiati le canne di bambù.

Guarda caso, le case del Borneo erano fatte principalmente di canne di bambù e cominciarono a crollare.

Non è ancora finita…

Dopo tre mesi, si diffuse nel Borneo una malattia, il tifo. Ancora una volta, tutti ci capirono ben poco, tranne gli entomologi.

L’insetticida aveva debellato la malaria, ucciso le vespe e fatto aumentare i bruchi che si erano mangiati il bambù.

Questi bruchi, a loro volta, mangiando il bambù, si erano leggermente intossicati per via dell’insetticida, e questo li portò a diventare preda dei gechi i quali fecero loro malgrado incetta d’insetticida, che non li uccise, ma comunque, li stordì a dovere.

I gechi intossicati dunque rimasero fermi al sole, completamente storditi o – per dirla con le parole del professor Accinelli – realmente “rimbecilliti”, a disposizione del loro peggior nemico, il gatto.

Per cui, ai gatti, ingordi come sanno essere, non gli pareva il vero di avere a disposizione tutte quelle leccornie in abbondanza e senza sforzi; mangiarono tanti gechi, inglobando dosi di insetticida tali da portarli alla morte.

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Perché i gatti volavano?

Pertanto, il Borneo rimase senza gatti e senza gatti si sa, i topi ballano indisturbati.

Purtroppo, a quel tempo non ballavano solo i topi, ma anche le pulci dei topi che veicolarono la malattia del tifo.

Per cui, il governo inglese, per ripopolare l’isola di gatti, andò nella vicina India, ne catturò migliaia e per distribuirli capillarmente nel Borneo – isola impervia e con poche vie di accesso – sorvolò a bassa quota il territorio e calò i gatti dall’alto dei velivoli.

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Questa storia particolare e curiosa ci dice una volta di più come, alla base di tutto questo trambusto e di questi problemi, ci sia stata un’azione dell’uomo e dei suoi insetticidi.

Per questo, ad un certo punto, ho puntualizzato dicendo che “per molti di noi, la storia poteva ritenersi conclusa una volta spruzzato l’insetticida”.

Per questo motivo chiudo facendomi una domanda: quante volte le nostre azioni sono state di questo tipo, senza prestare attenzione alle conseguenze e agli effetti collaterali?


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