Come sempre, quando si fa il punto della situazione ci si concentra su qualcosa che sta cambiando, che si è modificato e per il quale è bene prendere coscienza. Per fare il classico esempio, nessuno si affaccia alla finestra ed esclama stupito “toh, guarda che grande quercia è cresciuta nel cortile, ieri sera non c’era”. È evidente come la situazione sia figlia di avvenimenti in divenire. La persona che vede “improvvisamente” una quercia nel giardino, si è distratta oppure ha fatto finta di nulla per interessi vari. È un po’ quello che è accaduto con la situazione ambientale. La crisi climatica e il Vangelo pertanto, per quanto possano sembrare argomenti distanti, sono invece parenti strettissimi. Nel Vangelo – che ricordo essere prima di tutto un’opera spirituale poi adottata dalle religioni – il suggerimento c’è ed è anche perentorio.
“Il mondo” che Gesù definiva sbagliato
Non ci avventuriamo nei Vangeli chiaramente, ma è bene soffermarsi su di un punto:
«Se voi non giudicate questo mondo è soltanto per paura di essere giudicati» Luca 6,37
Noi conosciamo qualcosa di più sommario, del tipo “Non giudicate per non essere giudicati”.
Non è affatto uguale. Questo è ciò che poi applichiamo alle cose di tutti i giorni, quel “non dare giudizi gratuiti per evitare lo stesso trattamento” perché non abbiamo mai il quadro completo delle vite altrui e delle informazioni. Buon senso.
Qui è molto diverso. Il concetto è: non fate finta di nulla, non giratevi dall’altra parte, non fate spallucce. Se lo fate, sarete complici di quanto accade. Vediamo nel dettaglio.
A prima vista, potremmo disquisire sul “non giudicare”, sulla “paura” e su tante frasi fatte che spesso sentiamo dire.

Soffermiamoci invece sulla parola “Mondo“. Che cos’è il mondo?
Il mondo, Kosmos, o “questo mondo” – Toutos Kosmos come amava spesso chiamarlo Gesù, è l’ordine, nello specifico l’ordine delle cose. Potremmo quindi parlare di assetto sociale, di regole, di rapporti, quel qualcosa al quale bisogna giocoforza allinearsi ed è così per convenzione, abitudine, imposizione, qualcosa di globalmente accettato.
È un mondo fondato sul successo, sull’arrivismo, anche e perché no sulle bugie, un mondo nel quale si invoca la bellezza dell’amore perché fondamentalmente tenuto insieme dalla paura. Un mondo che ti etichetta e discrimina se non rispetti la volontà del “Noi”. Quel contesto nel quale poi alcuni cercano la luce, la famosa illuminazione, perché tenuti il più possibile e costantemente al buio.

Per cui, restare al buio, a molti fa comodo per nascondere le nefandezze; per altri è un abitudine perché “si è sempre fatto così” e per altri ancora, è quella molla, quel qualcosa che li porta a pensare. Questi ultimi sono i famosi eretici, quelli che mettono in discussione, quelli che non sono mica tanto convinti che si possa fare solo così.
Quelli che, per farla breve, a questo mondo, piacciono poco.
Crisi climatica e Vangelo – Non abbiamo ascoltato
Evidentemente alle masse inquadrate e assoggettate, il cosiddetto Noi, quelle parole evangeliche sono risultate indigeste. Molti a dir la verità non le hanno mai sentite pronunciare e alcuni le hanno captate in qualche versione adattata ed edulcorata. Le famose !”Via, Verità e Vita” impresse nello Spirito sono state travisate e manipolate al volere dei vari opportunismi.

Il risultato è che, ignorando i suggerimenti del Vangelo, voltando la testa dall’altra parte, ci si è sottomessi a dogmi e ad abitudini che, nel nome dell’avere, hanno finito per rendere il pianeta sempre più inospitale.
Avere successo è l’ambizione di questo mondo – lecita entro certi limiti – ma il successo passa in troppi casi, inevitabilmente, dallo sfruttamento delle risorse.
In un mondo pieno di regole, la più importante, quella del rispetto del habitat, è stata curiosamente bistrattata.
Prendere coscienza e non girarci intorno
Finché facciamo orecchie da mercante, ci turiamo il naso e guardiamo altrove, il problema non può iniziare a risolversi. Iniziare, sì, perché come detto in altro articolo, ora si tratta di attuare un’operazione di puro altruismo, che potrà vedere risultati a lunga scadenza e rimarrà ai posteri.
Riempiamo giornali e tv con l’argomento Covid, con la guerra, i vaccini, le pensioni, il lavoro e per carità, tutti importanti argomenti di interesse quotidiano. Perfino il biliardino d’azzardo prende le prime pagine.
Ma alla vicenda più importante, quella principale, quella che mette in pericolo la sopravvivenza della specie, dedichiamo spazi quasi più per abitudine e per moda che per convinzione. Ai grandi meeting tematici si parla – e meno male – di sostenibilità, senza affrontare però mai i due problemi principali: la sovrapproduzione e lo sfruttamento delle materie prime.
Perché non lo si affronta? Semplicemente perché va contro questo mondo.
Qualche personalità anche autorevole, sostiene che l’aumento della temperatura – per esempio – non sia dovuto alle attività umane, perché il pianeta fa un po’ come gli pare, da sempre. E ci mancherebbe che facesse quello che pare a noi.
Ma che mangiamo spesso porcherie, respiriamo aria inquinata, abbiamo montagne di rifiuti plastici nei mari e compagnia bella, è forse un invenzione? Che utilizziamo più di quello che il pianeta produce ogni anno è forse una bufala? Che moltissime malattie sono correlate all’inquinamento è una battuta?
Crisi climatica e Vangelo sono figli di una stessa matrice, come tutto lo è. Per seguire gli insegnamenti di quest’ultimo sarebbe necessario uscire dalle logiche di questo mondo o quantomeno, per essere più realistici, rivedere drasticamente i concetti di lavoro, economia, consumo ed il modo di rapportarsi alla natura.
Non esigendo questo da chi ha il bastone del comando, e ripetendo ogni giorno, ognuno di noi, quello che abbiamo sempre fatto, siamo responsabili e complici di questa situazione.
Tutta questa frenesia, questa corsa affannosa ad avere sempre di più, dove ci sta portando? Se il prezzo da pagare è la compromissione di tutto ciò che ci circonda, è responsabile agire in questo modo?
Ogni coscienza sarebbe bene che riflettesse su questi due quesiti.