È di attualità la “lettera aperta” inviata da Mario Tozzi a Lorenzo Cherubini (Jovanotti), relativamente alle polemiche scatenatesi a margine dei concerti estivi del Jova Beach.
Intanto, chi è Mario Tozzi? Un geologo, divulgatore ambientale, nonché scrittore, autore e conduttore di programmi televisivi tematici. Insomma, uno studioso scientifico dell’ambiente e del delicato stato in cui questo versa.
La lettera, in breve
Mettiamola così: a seguito delle accuse degli ambientalisti nei confronti del Jova beach fino alla risposta del cantante, che ha etichettato come eco-nazisti certi denigratori, Mario Tozzi ha tentato di spiegare il punto di vista di uno studioso.
Lo ha fatto con parole educate, con l’equilibrio della conoscenza, anche elogiando l’artista e le sue produzioni musicali.
Ciò non toglie che un uomo di scienza senta il dovere di sottolineare comportamenti ambientali che ritiene inopportuni.
Qualche passaggio del testo
Tanto per cominciare, la “lettera aperta” la trovate sul quotidiano la Stampa; potete leggerla in versione cartacea o – se siete abbonati – sul “quotidiano on line”.
Qui riprendiamo davvero pochi passaggi, per non entrare troppo in dettagli che, ovviamente, Tozzi meglio di noi ha spiegato con dovizia di particolari.
Per esempio, partiamo dal primo presupposto, ossia che un conto è ospitare cento persone e un altro cinquantamila. Si pensi che, ogni persona si porta via dalla spiaggia, involontariamente, dai 50 ai 100 grammi di sabbia.
Solo questo porta ad aggravare un fenomeno già grave e presente di per sé, ossia l’erosione.
Lettera di Tozzi a Jovanotti – La scomparsa delle dune
Le dune, per esempio, vanno scomparendo, e con esse erbe e piante che aiutano a non disperdere la sabbia. Spiagge che soffrono perché spianiamo, cementifichiamo, chiudiamo e recintiamo per le nostre esigenze di svago e relax.
E, come le spiagge, non se la passano bene nemmeno tutte le specie animali e vegetali che le abitano.

Le coste sono già in sofferenza, pertanto certi eventi di massa non sono di certo favorevoli al miglioramento della situazione.
In Italia si stima che un quaranta per cento delle spiagge sia sottoposta ad erosione costante. Queste spiagge rischiano di andare perdute se non si interviene con determinazione.
Tozzi sottolinea inoltre come queste spiagge siano un patrimonio che viene dato per scontato e che potrebbero scomparire in nemmeno troppo tempo. Alla luce di questo, è logico pensare che non sia una grande idea passare con ruspe prima di un evento del genere o imporre un palco di grandi dimensioni.
Nonostante il WWF si sia fatto garante della mitigazione degli impatti ambientali e nonostante Tozzi faccia parte del consiglio scientifico dell’associazione stessa, il geologo ha manifestato perplessità su questa manifestazione.
Un perplessità dovuta alle conoscenze scientifiche e ad un aspetto prettamente culturale ed educativo, che per l’appunto rischia di far passare l’idea che gli esseri umani possano modificare la natura a piacimento anche per eventi che non hanno a che fare con la sopravvivenza.
Fermiamoci qui – Allarghiamo un attimo il discorso
Piccola premessa: ho avuto la fortuna di conoscere anni fa i genitori di Lorenzo, che definire persone splendide mi diventa fin troppo limitativo. Lui invece, l’ho incontrato solo fortuitamente un paio di volte; quando aveva il negozio a Forlì, il mitico Muffa, e una volta in un autogrill. Stop, quindi non lo conosco. Nonostante le mie insistenze con mamma Viola e babbo Mario, ogni santa volta che li vedevo, non sono mai riuscito ad avere il piacere di fare quattro chiacchiere con lui. E vabbè, è andata così, ma in quei due brevi incontri, fu gentilissimo, disponibile, umile. Come i suoi genitori del resto.
La premessa è importante. In questa lettera di Tozzi, non vi sono critiche ai contenuti artistici (anzi esaltati), e nemmeno alla persona, ma solo considerazioni precise fatte da chi ha dedicato la propria vita alle problematiche dell’ambiente.
Lettera di Mario Tozzi a Jovanotti – L’inghippo
Il problema di fondo non sta negli affronti personali di certi ambientalisti nei confronti di Lorenzo o nelle sue successive reazioni. Lì siamo già in una fase avanzata, in quel “simil-odio” che ormai pervade ogni cosa, soprattutto da quando questo mondo è sbarcato sui social.
Il problema di certe reazioni ruota semmai attorno alla non conoscenza dell’ampiezza della vicenda, e nel ritenere che il rispetto ambientale si limiti al solo “lasciare tutto più pulito di prima“.
Il problema quindi, se è così vasto come indicatoci dal geologo Tozzi (e non lo si mette in dubbio), sta nel capire il perché si autorizzino certe manifestazioni.

In altre parole: Lorenzo Cherubini fa il cantante e può avere una conoscenza ambientale più limitata di chi studia i fenomeni scientificamente. È nella logica delle cose.
La domanda allora diventa questa:
Alla luce di quanto detto dall’illustre geologo, è possibile che le autorità preposte – che a differenza di Jovanotti devono o dovrebbero conoscere l’ampiezza di queste problematiche – abbiano autorizzato una manifestazione così impattante?
Veramente crediamo che Lorenzo avrebbe potuto fare questi concerti se gli avessero spiegato minuziosamente le problematiche a priori e soprattutto non concesso la possibilità di procedere? Perché poi il problema sta tutto lì.
Per concludere – Botta e risposta sono conseguenze di altro
Questo meccanismo è interessante. Riassumiamolo:
- Si sono puntate le luci sulla diatriba Jovanotti, da una parte, contro ambientalisti, dall’altra.
- A seguito delle rimostranze, l’artista ha reagito piccato e convinto della bontà della sua iniziativa, sottolineando ai detrattori di non dire boiate e di andare a vedere come vengano lasciati i luoghi in cui si sono svolti i concerti.
- In questo can-can, ha ritenuto doveroso intervenire pacatamente il geologo Tozzi, allargando il problema e spiegando il perché di tutti i limiti di certe manifestazioni.
Il problema è prima, a monte
Se Lorenzo ha, come molti di noi, una conoscenza ristretta di un problema ampio come quello climatico-ambientale rispetto a quella in dote ad uno specialista, la domanda è per l’appunto un’altra, e ripetendola per i più distratti, la evidenzio:
Per quale motivo sono state concesse le autorizzazioni, se tutto ciò comportava problemi seri, come evidenziato per l’appunto da Tozzi con dovizia di argomentazioni?
Perché qui passa il concetto nella sua parte più folle, ossia pare che Jovanotti abbia deciso di sua spontanea iniziativa di montare un palco sulla spiaggia e fare casino.
Allora, Lorenzo poteva evitare di fare un concerto del genere? Probabilmente sì e se gli avessero spiegato (prima che proibito) a priori e nei minimi particolari i danni collaterali possibili che un evento tale avrebbe potuto causare, con buona probabilità avrebbe dirottato il carrozzone altrove, di sua spontanea iniziativa.
È un ragazzo intelligente oltre che fortunato, come amava cantare.
Possiamo trarre un insegnamento da tutto ciò?
Non so personalmente chi conceda le autorizzazioni per i concerti, e chiedo venia. Non so l’iter dei permessi, le scartoffie e quante parti in causa ne siano coinvolte. Immagino siano diverse.
Ma, alla luce di questo casino mediatico, possiamo prevedere che il rilascio di certi certificati – vista anche la situazione climatica ambientale nella quale versiamo – venga concesso con la supervisione di persone che masticano certi argomenti con conclamata conoscenza?
Perché forse, oggi, staremmo parlando d’altro e certe parole sgradevoli si sarebbero potute evitare.
Viva l’ambiente e viva la musica. Sempre
Lettera aperta Tozzi Jovanotti