La volpe e il coniglio

La volpe e il coniglio

Proviamo ad osare e costruire un ragionamento utilizzando una delle tante azioni che avvengono all’interno di un ecosistema, prendendo l’esempio della volpe e del coniglio.

Prima di avventurarci in questo, facciamo un passo indietro e vediamo molto brevemente un paio di aspetti.

L’ecosistema e la consapevolezza del dopo Covid

Ok, sembrano argomenti distanti, a sé stanti se vogliamo, eppure per arrivare alla nostra volpe e al nostro coniglio, dobbiamo passare anche da questo strano accostamento.

Un ecosistema, in due parole, è una comunità formata da piante ed animali che interagiscono tra di loro in una determinata area; oltre a questo, si relazionano anche con i loro ambienti cosiddetti “non viventi” (dissento, tutto è vita), tra i quali il meteo, la terra, il suolo, il sole, il clima, rocce, acqua, atmosfera e via dicendo.

La volpe e il coniglio

Quindi, nell’ecosistema, tutti questi organismi vivono in stretta relazione gli uni con gli altri. Il nostro pianeta può quindi intendersi un grande ecosistema popolato da tanti ecosistemi diversi.

E il dopo covid?

È di qualche giorno fa la pubblicazione della ricerca annuale condotta da Lifegate con l’istituto Eumetra MR, per la precisione il “settimo Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile“.

Senza entrare nei dettagli statistici nudi e crudi, che se volete potete consultare direttamente alla fonte cliccando QUI, gli italiani si sono dimostrati più sensibili al concetto di sostenibilità, più propensi a migliorare in chiave green il loro stile di vita, molto preoccupati dal clima e ben predisposti alle energie rinnovabili.

Ok, ma la volpe e il coniglio?

L’ecosistema è uno strano posto nel quale tutti gli esseri che ne fanno parte, anche se a volte certe azioni possono apparire crudeli, si muovono cercando di mantenere una sorta di equilibrio complessivo del sistema.

La volpe e il coniglio

La volpe mangia il coniglio per sopravvivere; certa vegetazione può essere presente solo se la presenza dei conigli è controllata e quella vegetazione può essere vitale per altre specie. Ecco che l’equilibrio viene garantito. L’ecosistema può essere però compromesso o distrutto da uno sconosciuto, da un intruso. Purtroppo, molte di queste attività “intrusive” sono dovute all’uomo, con la cementificazione e l’urbanizzazione eccessiva, l’industrializzazione e tutte le forme legate all’inquinamento: aumento del livello dei mari, inondazioni, aumento delle temperature, incendi, utilizzo di antiparassitari etc. etc.

Il vecchio Albert ci viene in soccorso

Come abbiamo visto nel post “chi guida il cambiamento?”, il vecchio Einstein ci dice che “Non possiamo risolvere i problemi utilizzando lo stesso modo di pensare di chi li ha creati“.

Le cose qui si complicano un po’…

La società impostata esclusivamente sul lavoro, sulla produzione, quella che non ha rispettato l’ecosistema e i suoi equilibri, è il grande intruso che distrugge, che inquina, che crea poi la preoccupazione nei cittadini, come evidenziato dall’indagine sullo stile di vita sostenibile.

Un gatto che si morde la coda, perché i cittadini, forse anche un po’ ingannati dal sistema che hanno conosciuto fin dalla nascita come unica via percorribile, sono corresponsabili di ciò che oggi li spaventa e di cui si lamentano. Ai cittadini, alle masse, è stato detto che si fa così, che fare così è l’unica strada lodevole da percorrere, punto e basta.

E chi si lamenta, chi protesta, non è forse anch’egli corresponsabile?

Certamente. Io per primo, che stimolo semplicemente una riflessione usando un PC, o quelli che producono video anche moralmente condivisibili, e chi scatta foto o scrive semplicemente con il telefono. Siamo tutti sulla stessa barca, perché in fondo, per fare tutte queste attività, utilizziamo la tecnologia che è anch’essa strumento che contribuisce all’inquinamento.

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E non solo, abbiamo visto in un precedente post anche quanta brutalità si nasconda intorno all’estrazione del Coltan, tanto prezioso per il mondo tecnologico.

Allora, pensando alla volpe e al coniglio, che possiamo fare?

La natura, l’ecosistema, ci dicono che l’unica via percorribile è quella legata alla ricerca di un equilibrio. La natura ci dice anche che l’intruso, lo straniero, il disturbatore, hanno provocato e purtroppo provocano ancora danni evidenti che oggi si spera non siano irreparabili. Einstein altresì ci suggerisce che, il pensiero produttivo radicale e in buona parte distruttivo, non può elaborare per contro un pensiero riparatore.

Mulino, Industria, L'Inquinamento, Cielo, Architettura

Le domande rivolte alla politica e ad ogni sistema decisionale, possono pertanto essere le seguenti:

  • A cosa siamo disposti a rinunciare?
  • Siamo disponibili a rivedere il sistema premiando il lavoro volto all’essenziale, all’equilibrio nel segno della sostenibilità, condannando tassativamente tutto ciò che va nella direzione degli sprechi e del superfluo?
  • Siamo disponibili a ridisegnare una società nel nome della vita e non della semplice produzione di oggetti?

E in ultimo, ma non ultimo, possiamo rivedere nel profondo il significato della parola Progresso?

Sperimentare, Esperimento, Progresso, Mano, Penna
Prova qualcosa di nuovo

Progresso viene da dal latino progressus, ossia progredi – avanzare, dall’unione di pro – avantigradi – camminare.

Che cosa è quindi il progresso?

In una situazione come la nostra, dove – ribadiamolo ancora- consumiamo 1,7 volte quello che la terra produce ogni anno, cosa significa andare avanti?

Consumare e produrre di più o consumare e produrre di meno?

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Siamo di fronte ad una svolta epocale, ad un cambiamento radicale d’intendere la vita. Non dimentichiamoci mai i significati della parola economia e lavoro, riportati forse con una certa durezza nel provocatorio post “il clima è impazzito o siamo noi“.

E allora la grande sfida, il vero progressismo, è convertire sì per quanto possibile il nostro mondo verso la sostenibilità, ma premiando i bassi consumi, il rispetto della vita e della natura; quest’ultima, viverla appieno senza più danneggiarla nel nome di una produzione scriteriata che fino ad oggi ci è stata prospettata come il solo parametro sul quale basare la nostra dignità di esseri umani.

Quale dignità ha il lavoro che distrugge la casa che ci ospita, in cui abitiamo? Riflettiamo su questo, senza trovare alibi o vili scappatoie.

È venuto il momento di rimettere la vita al centro del progetto, premiare l’essenziale e la qualità delle produzioni, e per fare questo, essere disposti a saper rallentare, cambiare le nostre abitudini ed imparare a rinunciare a qualcosa.

P.S.

Puoi sempre consultare alla sezione LIVE il livello degli inquinanti, la qualità dell’aria nella tua città e consultare il DB per la raccolta differenziata

La foto di copertina della volpe e il coniglio è un’opera di:

Please Don’t sell My Artwork AS IS da Pixabay