Le Api – Green Direct Payment

Favorire le Api e il Green Direct Payment potrebbe sembrare in apparenza un binomio un po’ forzato.

Un paio di righe di attesa e vi dico cos’è il Green Direct Payment.

Qualche tempo fa un post virale riportava una notizia, ossia che i grandi agricoltori danesi dovevano destinare – per legge – un 5% dei loro terreni alle colture dei fiori per favorire le api.

Non è proprio così

Ovviamente questo post virale ha scatenato il plauso del grande pubblico, perché l’idea di favorire le api e il loro prezioso e insostituibile lavoro non poteva che essere apprezzato.

In realtà, questa è solo una possibilità auspicabile e non un obbligo.

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Gli agricoltori europei, tra l’altro, possono già ricevere una sovvenzione chiamata “Green Direct Payment” quando adottano pratiche agricole che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi ambientali della Comunità Europea.

Green Direct Payment – I requisiti

Tre sono le pratiche fondamentali per ricevere il sovvenzionamento:

  • Diversificazione delle colture: una maggiore varietà di colture rende il suolo e gli ecosistemi più resilienti.
  • Mantenimento di prati permanenti: le praterie sostengono il sequestro del carbonio e proteggono la biodiversità.
  • Dedicare il 5% dei seminativi ad aree benefiche per la biodiversità: aree di interesse ecologico, ad esempio siepi, alberi o terreni lasciati a maggese che migliorano la biodiversità e gli habitat.

Diversificazione delle colture

Le aziende con più di 10 ettari di seminativi devono coltivare almeno due colture, mentre almeno tre colture sono richieste alle aziende con più di 30 ettari.

La coltura principale non può coprire più del 75% del terreno. Possono esserci esenzioni a queste norme a seconda della condizione individuale, per esempio nei casi in cui l’agricoltore abbia una ampia percentuale di prati.

Mantenere i prati permanenti

È stabilito un rapporto tra terreni agricoli e prati permanenti, fissato dai paesi dell’UE a livello nazionale o regionale, con un margine di flessibilità del 5%.

I paesi dell’Unione Europea designano aree per le praterie permanenti, sensibili dal punto di vista ambientale. Gli agricoltori non possono convertire prati permanenti in queste zone.

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Le aree di interesse ecologico

Gli agricoltori con superfici seminative superiori ai 15 ettari devono garantire che almeno il 5% della loro terra sia “area di interesse ecologico” al fine di salvaguardare e migliorare la biodiversità nelle aziende agricole.

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Pertanto, la notizia dell’obbligo danese di destinare il 5% delle terre ai fiori e alle amiche api si è rivelata notizia non corretta; resta il fatto che la Comunità Europea favorisce questa pratica e quindi vi è la concreta possibilità per gli agricoltori di adoperarsi in tal senso.

Per leggere la normativa UE sull’uso consapevole del suolo, potete cliccare qui di seguito Green Direct Payment.

N.B.

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