L'indifferenza fa sempre la differenza.

L’indifferenza fa sempre la differenza

Quando uscire da una situazione imbarazzante pare complicato, quando mettere a tacere qualcosa che ci disturba sembra l’unica via percorribile, l’indifferenza fa sempre la differenza.

Se vogliamo prendere le distanze, scansare un problema, evitare lo sguardo di qualcuno che ci chiede l’elemosina, abbiamo l’arma buona per tutte le occasioni.

Cos’è l’indifferenza?

L’indifferenza è uno stato affettivo particolare che si contraddistingue per freddezza, insensibilità. Siamo nel vuoto delle emozioni, nel disinteresse totale.

Può accadere di avere un calo dell’interesse verso l’altro o verso gli altri e può altresì succedere di avere una necessità di allontanarsi. A volte ancora si vuole fare realmente del male all’altro, lo si vuole punire.

Inutile sottolineare come, la vittima dell’indifferenza, si trovi poi a fare i conti con il disagio, lo stress, le frustrazioni, il senso di colpa. E la relazione viene compromessa.

l'Indifferenza fa sempre la differenza

Chi subisce l’indifferenza deve pertanto fare i conti con l’antipatica idea che la sua persona non sia gradita, arrivando perfino a pensare di non essere degna di considerazione e men che meno, di amore.

L’indifferenza fa sempre la differenza, perché non favorisce le relazioni. L’indifferenza crea le distanze.

Allarghiamo un po’ il concetto

Il nostro mondo soffre le emergenze climatiche, partiamo da qui. Le emergenze climatiche sono date da un iper sfruttamento delle risorse, con conseguente aumento dell’inquinamento e surriscaldamento del clima.

La nostra società è impostata sulla produzione senza limiti e sul lavoro come fonte di reddito. Il gigante economico produce più di quello che la terra è in grado di rigenerare ogni anno, ma la parola crescita, a sfondo economico, è sempre vista come un obiettivo da raggiungere e in generale, come qualcosa di positivo.

Eppure, chiunque può capire che la Terra, un sistema finito, cioè non infinito, è limitato e non può produrre più di tanto. Come può, in questa condizione, la crescita produttiva essere un parametro di eccellenza e benessere?

Lavoro come fonte di reddito, quindi sfruttamento delle risorse, inquinamento

A fronte di un simile sistema, insostenibile per otto miliardi di persone (in aumento), è necessario porre un freno e cambiare il paradigma di base.

L'indifferenza fa sempre la differenza

Le proposte e le iniziative alternative ad un sistema basato esclusivamente su questi elementi, vengono viste con un certo ostracismo, letteralmente esiliate dal dibattito pubblico o ridotte a una sorta di fastidio.

Le iniziative sono diverse. Per dirne alcune:

  • L’esigenza di avere un mondo decisamente sostenibile che bandisca dalla produzione ogni forma inquinante
  • Il bisogno di aria pulita, di città vivibili e di maggiore tempo libero per migliorare le relazioni
  • L’istituzione di redditi di base universali, per calare gli impatti produttivi, dando valore economico a mille aspetti delle relazioni quotidiane che non portano produzione di oggetti fisici

Quando molte di queste iniziative vengono boicottate, ignorate, disprezzate, chiudendosi a riccio a protezione di un sistema economico che ha già mostrato ampiamente i propri limiti e la sua pericolosità, ecco che prende piede l’indifferenza.

Quell’indifferenza tenuta da parte dei governanti e parte della popolazione diventa frustrazione, disagio e stress per un’altra fetta di umanità.

La relazione viene perciò compromessa.

Chi non vuole cambiare trova terreno fertile, chi vorrebbe farlo, trova dei muri

Il cambiamento, lo abbiamo detto più volte, provoca sofferenza. Il cambiamento è faticoso.

La situazione di comfort è tale in virtù della paura del cambiamento. Quando l’area di comfort viene minacciata dal sopraggiungere di una paura più grande, solo allora può avvenire un cambiamento.

Guarda caso, quando si riesce a scampare ad una brutta malattia, si ricomincia pieni di buoni propositi per il domani.

Ecco che allora chi vorrebbe un mondo diverso, profondamente diverso, si trova ad essere energeticamente ostacolato da chi ha ottenuto privilegi dal mondo così come lo conosciamo.

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Essendo l’uomo un animale a tutti gli effetti e dotato di una buona dose di egoismo, molte persone non capiscono per quale motivo ciò che hanno ottenuto con enormi sacrifici debba essere smantellato o ridotto. “

E per cosa poi, per un salto nel buio? Per far sì che tutti abbiano qualcosa e i benestanti di meno di quel che oggi hanno? E allora, chi se ne frega degli altri“.

E non importa se con le proprie abitudini, con il proprio lavoro, si sia contribuito alla compromissione dell’ambiente, al deciso aumento dell’inquinamento e via di seguito.

Io ho fatto il mio dovere, quello che mi hanno insegnato o quello che mi hanno detto di fare. Io quindi, non ho responsabilità, io non c’entro“.

Quante volte abbiamo sentito questi ragionamenti o li abbiamo fatti noi stessi…

L’indifferenza fa sempre la differenza e nell’area di comfort diviene molto evidente

L’indifferenza che non vuole sentire ragioni trova terreno fertile nelle zone di comfort e, generalizzando un po’, nell’ignoranza. L’ignoranza intesa come “ignorare il problema“, tipico, oltre che di coloro che hanno raggiunto il proprio benessere e non intendono metterlo in pericolo, anche di coloro che, per più motivi, sono disinformati o non in grado di comprendere un problema più esteso, globale.

Discriminare però con freddezza coloro che vogliono un mondo diverso e sono costretti a sottomettersi ad un conservatorismo dannoso per il pianeta, porta come abbiamo visto prima, al deterioramento delle relazioni.

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Lo vediamo nelle campagne elettorali: pochissime parole spese a favore del problema climatico e tanti discorsi di altro genere sentiti mille volte, vecchio stampo, indipendentemente dal colore e dalle ideologie; discorsi volti alla crescita (economica), alla produzione, alle energie di qualunque tipo (anche se nocive) pur di mantenere il sistema così com’è, eccetera eccetera.

L’indifferenza diventa freddezza, distacco, disinnamoramento

Non essere ascoltati, essere evitati, demonizzati, ostacolati, emarginati, o peggio etichettati come nemici del sistema, annulla qualsiasi possibilità di confronto. Tarpa le ali ad ogni forma di cambiamento, non dà modo di esprimere le proprie ragioni. È tipico di chi utilizza molte regole anziché molti princìpi.

L'indifferenza fa sempre la differenza

Ecco che quindi, dalle urne del voto, emerge per esclusione sempre quello che viene definito il primo partito, ossia quello degli astenuti.

Quelli che non ci stanno a votare “turandosi il naso“, quelli che vorrebbero vedere un mondo diverso, quelli ancora che vorrebbero essere prima ascoltati e poi eventualmente rappresentati. Quelli che forse, semplicemente, sono in difficoltà e non hanno più speranze.

Troppo semplicistico additarli come lavativi o irresponsabili che non vogliono dare il contributo alla causa. Meglio chiamarli con il loro vero nome: vittime dell’indifferenza, vittime di una relazione lacerata e danneggiata in molti casi irreparabilmente.

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Allora, molte domande la politica dovrebbe farsi, sul perché un terzo degli aventi diritto al voto si sia arreso. Tra le tante:

In cosa siamo stati carenti? Dove vi abbiamo deluso? Di cosa avete bisogno? Quale mondo potrebbe rappresentarvi? Come possiamo trovare punti di incontro? Quali sono le vostre idee? Come possiamo cambiare veramente?

Considerare le persone, ascoltarle, dare importanza alle loro idee e risposte alle loro perplessità.

L’indifferenza fa sempre la differenza, risolve sbrigativamente tante situazioni, ma quasi sempre congela o distrugge innumerevoli relazioni e conseguenti possibilità di confronto e crescita.

Quella vera.

L’indifferenza fa sempre la differenza