Permafrost

Permafrost? Non è un frigorifero…

Questo nome, Permafrost, resta purtroppo per molti a dir poco sconosciuto. Leggendo qua e là o domandando in giro, le definizioni ad esso attribuite fanno spesso sorridere, pur rimanendo la “non conoscenza” del termine drammatica per ciò che rappresenta.

Che roba è sto Permafrost?

Prima di definirlo, sgombriamo il campo da certe definizioni raccolte qua e là. Ne cito tre:

  • Non è un frigorifero (il Permafrost ricorda uno slogan usato da una nota casa produttrice di elettrodomestici)
  • Non è un materasso (anche qui, qualcuno lo confonde con una marca di oggetti da riposo)
  • Non è uno shampoo (non è, come sentito dire, un prodotto specifico per i capelli ricci)

E altre curiose definizioni. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul potere della pubblicità e degli slogan, qui dovrebbe alzare le mani e arrendersi.

Refrigerator | Free SVG

Allora, il Permafrost – per il quale allego un link in cui potrete leggere con dovizia di particolari alcune sue peculiarità – sarebbe un terreno perennemente ghiacciato, anche detto Permagelo.

Circa il 15% della superficie terrestre è ricoperto di terreno ghiacciato. Essendo che lo spessore può superare anche il chilometro, miliardi di tonnellate di residui animali e vegetali ricchi di carbonio possono venire restituiti all’atmosfera.

E se il Permafrost si scioglie, come sta già accadendo?

La dottoressa Susan Natali (Arctic Program of Woodwell Climate) è un’ecologista artica. Studia i cambiamenti che il surriscaldamento del pianeta sta provocando nelle zone artiche.

Dott.ssa Susan M. Natali

Gli impatti del clima sulle zone artiche sono devastanti e questa – diciamolo pure – grande donna si sta battendo perché le comunità politiche mondiali comprendano le conseguenze dello scongelamento globale.

Badate bene, lo scongelamento non ha conseguenze solo locali, ma interessa tutto il pianeta. Cliccando QUI potrete saperne di più di Susan e delle sue ricerche.

Vediamo allora qualche conseguenza dello scongelamento del Permafrost

Bene, ora che sappiamo di non parlare di frigoriferi, materassi o shampoo vari, vediamo brevemente cosa succede danneggiando questo ghiaccio perenne indispensabile al nostro pianeta.

Sciogliendosi a causa del riscaldamento globale, verrà a scongelarsi anche la materia organica vegetale e animale che è lì intrappolata dalla notte dei tempi.

Positive and Negative Climate Feedback Loops Quiz - Quizizz
Ciclo di feedback

Questa, rilascerà nell’atmosfera anidride carbonica e metano, come se ce ne fosse bisogno.

Viene a prendere forma un circolo vizioso chiamato Ciclo di Feedback.

Sale la temperatura, il ghiaccio – Permafrost – si scioglie, il carbonio organico viene decomposto dai microbi, nell’atmosfera si liberano anidride carbonica e metano.

Questo circolo porta l’atmosfera a surriscaldarsi ulteriormente e il Permafrost a sciogliersi sempre di più. Un loop.

L’attività umana è responsabile di questi pericolosi cambiamenti.

Il Permafrost aziona pericolosi microbi

I microbi decompongono i resti delle piante e degli animali che sono rimasti intrappolati nel Permafrost. E questi microbi emettono grosse quantità di metano e anidride carbonica. Il carbonio è – a tutti gli effetti – l’alimentazione o il carburante dei microbi.

Il concetto è stato espresso dal dottor Tanentzap della Cambridge University e potete leggerlo in un passaggio del libro “Insieme per salvare il pianeta“.

Non dimentichiamo che questo fenomeno, oltre a dar vita ai feedback climatici con aumento progressivo e costante della temperatura, modifica i paesaggi e quindi la vita delle specie viventi, innalzando gli oceani, riscaldandoli e compromettendone la vita all’interno.

Fermiamoci qui. Possiamo ancora fare qualcosa

Se raccontassimo ai bambini in età già cosciente queste cose, probabilmente ci chiederebbero il perché gli adulti si comportino in questo modo.

Saremmo in grado di rispondergli o li metteremmo a tacere?

Forse chiederebbero perfino perché vengano insegnati loro certi valori, o mestieri che non hanno alcun rispetto dell’ambiente, ma che sono frutto esclusivo delle esigenze di una macchina economica che non ammette contradditori.

Per far sì che meno anidride carbonica e metano vengano rilasciati nell’atmosfera, abbiamo solo una possibilità: riscaldare di meno.

Riscaldare di meno significa rallentare i cicli di feedback.

Per fare questo, oltra a cambiare drasticamente le nostre abitudini personali, dobbiamo ridurre drasticamente l’utilizzo di combustibili fossili.

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Drasticamente viene da Drastikòs, che significa efficace. Quindi, non chiacchiere, promesse varie, ipotesi.

Per ridurre drasticamente l’uso dei combustibili fossili, abbiamo bisogno di un cambio del paradigma sul quale abbiamo fondato il nostro mondo.

Per farlo, noi cittadini – per primi – dobbiamo essere a conoscenza di questo problema, perché dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti dipenderà il futuro della nostra specie.

Una volta consapevoli, dobbiamo esigere persone responsabili, altruiste, competenti, che abbiano conoscenza profonda del problema climatico e ambientale.

Siamo in un periodo elettorale, qualcuno ha forse sentito parlare di Permafrost?

Si è sentito da qualche parte parlare di questo come di uno dei principali problemi dell’esistenza umana, unitamente alla necessità di produrre molto meno e produrre meglio, cercando di porre rimedio ai danni provocati da un’era industriale insostenibile?

Per contro, invece, si continua a parlare di combustibili fossili, di gas e tutto ciò che alimenta quella macchina economica che ha provocato, con le modalità che conosciamo, questo pericoloso problema planetario. Argomento quello dell’eccessiva produzione, che tutti si guardano bene dal mettere in discussione. Dopo avere istruito i cittadini a consumare di tutto e di più, creando bisogni su bisogni, chi glielo dice ora che il sistema è dannoso e pericoloso per la sopravvivenza della specie? Bel casino, meglio far finta di nulla.

Per rallentare questo mondo, si può solo ricorrere a drastiche selezioni e riduzioni delle produzioni, prevedendo un reddito incondizionato per le persone.

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Si continua a non affrontare il problema del reddito o a farlo marginalmente legandolo sempre e solo alla produzione, che è sempre più insostenibile, e che è causa del problema climatico.

Come è possibile spingere sempre la produzione legandola alla parola crescita, quando questa minaccia tutti noi, indistintamente?

Questo, al pari del feedback climatico, è un altro feedback, un feedback sociale, che deve essere risolto una volta per tutte.

E per concludere, cosa aspettiamo ad ascoltare esperti e studiosi del problema ambientale e a mettere in cima ad ogni agenda politica le loro indicazioni?