Qualche tempo fa dicemmo – in modalità velatamente provocatoria – che il PIL sarebbe stato meglio modificarlo, nella situazione attuale, in un AIL, un Ambiente Interno Lordo. A tal proposito, è di qualche giorno il critico ed autorevole intervento del Nobel per la Fisica Giorgio Parisi proprio in materia di PIL.
La PreCop26 ed il monito dello scienziato
Intanto, cos’è la PreCop26. La Pre-COP è la conferenza preparatoria ed è l’ultima riunione ministeriale ufficiale prima della COP (Conference of Parties – Conferenza delle parti), che si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre.
Alla riunione PreCop26 dei parlamentari a Montecitorio, il Premio Nobel Parisi ha messo in guardia la platea su diversi aspetti. Intanto, senza troppi giri di parole, ha evidenziato subito il punto saliente:
Un sistema che persegue la quantità a discapito della qualità non può essere definito un buon sistema.
L’aumento del PIL è in contrapposizione con la tutela dell’ambiente
Lo ha detto chiaramente: Se la temperatura sfonda la soglia critica e aumenta più di 2 gradi, si entra in una fase completamente incognita. Ha ricordato poi come si siano già proposti altri indici di valutazione, quali l’indice di benessere economico sostenibile o l’indice di sviluppo umano.

Se si persegue ancora la quantità a discapito della qualità e le temperature saliranno oltre i 2 gradi, la fase incognita potrebbe portare danni maggiori di quelli ipotizzati o timidamente previsti. Gli incendi in Amazzonia potrebbero portare grandi quantità di gas serra e i mari, che oggi assorbono una porzione importante di questi gas, cosa faranno quando la terra sarà più calda?
PIL, Il Nobel per la Fisica e il discorso di Kennedy
Giorgio Parisi ha poi voluto citare il discorso del Presidente Kennedy all’Università del Kansas nel 1968:
“Il prodotto nazionale lordo comprende l’inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per ripulire le nostre autostrade dalla carneficina.
Comprende le serrature speciali per le nostre porte e le prigioni per le persone che le rompono.
Comprende la distruzione delle sequoie e la perdita della nostra meraviglia naturale come effetto di un caotico sviluppo.
Insomma misura tutto, tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta. E può dirci tutto sull’America, tranne perché siamo orgogliosi di essere americani, ed è così in tutto il mondo“.
Vorrei chiudere con un ultimo pensiero del Premio Nobel, che dovrebbe essere di grande buonsenso e condiviso da tutti, ma che ancora da troppe parti viene sminuito con la ricerca ottusa e costante di una crescita dannosa non più sostenibile.

“L’umanità DEVE fare delle SCELTE ESSENZIALI, deve CONTRASTARE con forza il CAMBIAMENTO CLIMATICO”.