Partiamo con il dire subito una cosa per inquadrare la figura del consigliere in psicobiologia del benessere.
Il consigliere in psicobiologia del benessere è innanzitutto una figura professionale che si è formata all’Università popolare delle scienze psicologiche e sociali, conosciuta comunemente come UNIPSI.
È una persona che non impone il suo sapere, non dirige dall’alto, non si erge a geloso custode della verità assoluta. Le scienze umane sono complicate, difficili e soprattutto imperfette.
Formare il cliente, renderlo consapevole, accompagnarlo nel cambiamento
Il consigliere del benessere psicobiologico propone situazioni realistiche, visualizzazioni coerenti all’esperienza di vita vissuta; più il rapporto stabilito con il suo cliente sarà empatico ed esperienziale, migliori saranno i risultati.

Quando si affrontano processi umani che prevedono un apprendimento, e un conseguente cambiamento, ricordiamoci sempre che noi impariamo grossomodo nel seguente modo:
- 10 % di quello che leggiamo
- 20 % di ciò che ascoltiamo
- 30 % di quello che vediamo
- 50 % di ciò che vediamo ed ascoltiamo
- 70 % di quello che andiamo a discutere
- 80 % di quello che sperimentiamo
Il consigliere del benessere psicobiologico agisce come un tutor
Il consulente del benessere psicobiologico non ha la risposta assoluta, non suggerisce al cliente ciò che deve fare, perché sempre quest’ultimo deve poter scegliere la direzione in modalità consapevole, assumendosi la responsabilità della propria vita.
Possiamo dire che il consulente in psicobiologia del benessere porta contenuti, induce a riflettere, a guardare laddove non si è mai guardato o voluto guardare; prospetta gli eventi da angolazioni diverse, scardina credenze fuorvianti e abitudini che possono portare problemi.
Suggerisce nuove strategie, assiste e sostiene nei momenti di difficoltà, ma fa sì che sia il cliente stesso poi ad ideare la soluzione, mettendola in pratica, intraprendendo una nuova via.

Il counselor del benessere psicobiologico è quindi un facilitatore del processo di apprendimento, quella persona che a volte cerchiamo e non riusciamo ne possiamo trovare nella nostra cerchia di conoscenti, perché sempre in un qualche modo coinvolti con noi da legami di varia natura e di conseguenza, imparziali.
Da dove proviene la Psicobiologia del benessere
Evidentemente, la storia che accompagna la comparsa delle varie discipline è sempre lunga ed articolata e non è questa la sede ove poterla spiegare dettagliatamente in tutti i suoi passaggi. Possiamo però provare brevemente a darne un’idea.
Nel corso degli ultimi decenni, ha preso forma un bivalente filone relativo alle terapie di aiuto:
- Da un lato, quello rappresentato dalla medicina convenzionale e dalla psicoterapia, entrambe incentrate sulla patogenesi e sulla lotta al malessere.
- Sul lato opposto, tutto ciò che ha a che vedere con le cosiddette “terapie” alternative. Queste, basate su idee spirituali e metafisiche, hanno anch’esse come obiettivo il prevalere sul male e la malattia, affidandosi però a ritualità, spiritualità, forza del pensiero, credenze oppure rimedi non testati scientificamente.

A margine di questo panorama, alla fine dello scorso millennio, la psicologia della salute ha intrapreso una terza via, sentendo il bisogno di integrare la psicologia positiva con la biologia, abbinandole ad una visione più moderna del comportamento umano.
Il tutto inserito in un contesto ove le scienze sociali, umane e naturali potessero portare un contributo alla causa.
Tutto ciò fatto con la convinzione che questa terza via potesse portare un miglioramento del benessere quotidiano dell’individuo.
Come nasce la Psicobiologia del Benessere
Prende così forma, in Italia, l’Istituto di Psicobiologia Individuale.
L’attività di ricerca-studio, unitamente alla terapia del “Counseling”, viene così impreziosita dal contributo dato dall’Istituto Europeo di Psicobiologia, con l’istituzione del corso di Laurea Magistrale Interfacoltà in Psicobiologia del comportamento umano, da parte della facoltà di Psicologia dell’ Università di Torino.
La base psicobiologica scientifica applicata al benessere, unitamente ad aspetti filosofici e teorici, ha reso la disciplina nella sua globalità assolutamente unica.
Lo scopo di ogni componente presente mira allo studio e alla ricerca di un significato dell’agire umano allargato, basandosi su fondamenti biologici e psicologici, partendo sempre da sperimentazioni scientifiche. A questo, si uniscono contributi di sociologia e antropologia umana.
Il consulente in Psicobiologia del benessere non cura patologie
Questo punto è saliente e di fondamentale importanza.
Alla luce di quanto riportato finora, è quindi chiaro che l’attività del consulente in Psicobiologia del benessere è per l’appunto volta alla ricerca ed al mantenimento del benessere.
Qualora il cliente mostri evidenti patologie mentali e soffra per queste, il consulente in Psicobiologia lo indirizzerà senza nessuna esitazione da uno psicoterapeuta.
La maggioranza delle persone però, fortunatamente, non ha patologie mentali in atto, ma la necessità di rivedere la propria condotta, le abitudini dannose, l‘esistenza a 360 gradi, gli ostacoli che si presentano sul proprio percorso e per i quali non si riescono a trovare soluzioni soddisfacenti.
Ostacoli di ogni tipo, comunicativi, relazionali, comportamentali.
Il consulente in Psicobiologia del benessere entrerà quindi in simbiosi cercando di calarsi empaticamente nel quotidiano della persona.
A quel punto, sarà sua premura mettere in dubbio ogni credenza dannosa, ogni abitudine, ogni convinzione fuorviante radicata nel cliente, rendendosi disponibile a considerare le opinioni di questi a patto che siano ben argomentate e fonte di riflessione.

Ogni dogma, ogni credo, ogni concetto dato per buono, il classico “così fan tutti” oppure il “tutti dicono così, quindi è vero“, verrà riproposto sotto un’altra luce e diventerà fonte di nuova riflessione nell’ottica del cambiamento.
Il concetto ” della mente che, in quanto tale, mente, cioè dice bugie”, del “libero arbitrio“, o del potere della “volontà“, verranno rivisitati e, probabilmente, perderanno di valore.
Non ci si concentra su un problema
Non ci si concentra sul problema, ma sullo stile di vita ed il miglioramento della vita.
Si evita la ricerca della causa del problema specifico, semplicemente perché non c’è “una” causa sola. L’uomo cerca una causa, e la cerca comoda, possibilmente vicina nel tempo e riconducibile al fattaccio, per rassicurarsi e chiudere l’argomento.
Per contro, non si richiede però nemmeno al cliente di ricordare fatti accaduti nella notte dei tempi: sarebbero frammenti, ricordi confusi, probabilmente manipolati e che richiederebbero una mole di tempo biblica per essere scovati, risolti o parzialmente risolti.
Per quest’ultima necessità poi, come abbiamo detto con chiarezza, qualora vi sia di mezzo l’aspetto patologico, lo psicoterapeuta è la figura alla quale rivolgersi, l’unica deputata a farlo e con le competenze appropriate per farlo.
Si ricordi che il Counseling, termine tanto abusato da più parti ai giorni nostri e utilizzato normalmente e frequentemente in maniera impropria, ossia volto alla risoluzione della patologia, è materia di competenza esclusiva di psicoterapeuti e psichiatri.

La Psicobiologia del benessere indaga anch’essa sul vissuto e le abitudini del cliente, ma lo fa solo ed esclusivamente per avere un quadro generale e globale della persona.
Il solo fine è quello di agevolare il cambiamento consapevole attraverso la comprensione e una nuova visione degli eventi e delle modalità che hanno contraddistinto la vita del cliente, per far sì che costui scelga con cognizione di causa la meta da raggiungere, ossia il miglioramento della qualità del suo quotidiano.
Seguiranno prossimamente alcuni approfondimenti di carattere generale per cominciare a portare delle riflessioni.